Paolo Gentiloni è Ministro. Presto, modificate wikipedia!!

Paolo Gentiloni

Appena si è avuta la certezza della nomina di Paolo Gentiloni a Ministro degli Esteri, su wikipedia (come sempre accade in questi casi) è partita la corsa alle modifiche per “edulcorare” la biografia di Paolo Gentiloni ad uso e consumo dei giornalisti che la utilizzano come fonte dei dati, piuttosto che ricercare. Sono i giornalisti della “pappa pronta”.

Perché? Semplice: il nostro giornalismo non è tale. Biografia e notizie provengono da wikipedia. Sempre. Quindi basta modificare wikipedia perché, in coro, cantino le lodi del personaggio.

Qui uno screenshot di ciò che è accaduto in meno di 24 ore

modifiche alla pagina wikipedia su Gentiloni

modifiche alla pagina wikipedia su Paolo Gentiloni

I moderatori stanno facendo uno sforzo immane per ripristinare ciò che utenti anonimi continuano a modificare, quindi, al momento, eviterò di far riferimento a wikipedia.

Ah, se qualcuno non credesse al fatto che gli articolisti (giornalisti mi pare esagerato) si basano “a corpo morto” su wikipedia, basta dare una occhiata a questo screenshot. È la parte relativa alla famiglia così come appariva fino  alla mattina del giorno 1 Novembre:

Paolo Gentiloni: Negata familiarità con Vincenzo Ottorino, quello del patto

Ora, provate a fare una ricerca in google, così per rendervi conto che la bufala è diventata realtà:

gentiloni non imparentata con vincenzo ottorino

Eppure la bufala è evidente. Se a Paolo Gentiloni “spetta” il titolo di “Nobile di Filottrano” e Vincenzo Ottorino Gentiloni nacque a Filottrano ed era nobile, quante sono le probabilità che non siano parenti? Sarà che non avendo io alcun quarto di nobiltà non capisco una mazza di genealogia araldica, ma mi pare evidente che qualunque articolista di buon senso la domanda avrebbe dovuto porsela.

A proposito dei titoli nobiliari che “gli spettano”, gradirei anche avere chiarimenti su questo diritto. Mi era parso di leggere, nella XIV disposizione finale della Costituzione (come anche chiarito dalla Corte Costituzionale con sentenza n° 101 del 1967), che i titoli nobiliari – a meno che costituiscano parte integrante del cognome – fossero stati aboliti.

Che un politico, un Ministro della Repubblica – addirittura – ritenga di sua spettanza la serie di titoli nobiliari mi lascia assai perplesso.

E adesso passiamo a ricostruire la biografia politica del sig. Paolo Gentiloni.

Inizia la sua attività politica già al liceo, in ambienti di estrema sinistra con Mario Capanna (Movimento Lavoratori per il Socialismo, PDUP, Democrazia Proletaria) che, pare, non lo stimino ormai così tanto, visto che lo annoverano fra i “principali imbroglioni politici del ’68“.

Il “grande salto” lo fece “atterrare” direttamente nella Democrazia Cristiana, dove rimase ben poco in quanto a seguito dello sfascio della DC ad opera di “Mani Pulite”, Paolo Gentiloni si trasferì armi e bagagli nella Margherita con Francesco Rutelli, con gli amici Castagnetti, Lusi, Pistelli e tantissimi altri.

Lusi lo citerà fra i destinatari dei fondi della “Margherita” (quelli che ne usavano i fondi di partito come bancomat personale), insieme a Ermete Realacci (suo amico-avversario al tennis), Rutelli (di cui era il portavoce) e Renzi (storia attuale).

Dal Maggio 2006 al maggio 2008 è Ministro delle Comunicazioni nel Governo Prodi.

Varie le ombre su questo periodo per via degli accordi fra Paolo Gentiloni e Mediaset. Il foglio on line “Antenne Libere” del dicembre 2007 ne offre ampi stralci:

A proposito del ministro Gentiloni, ricordiamo che dal suo insediamento si è consultato tante volte e misteriosamente con Fedele Confalonieri. Si dirà, un ministro è libero di incontrarsi con chi vuole, specie con gli operatori del settore. Si dirà sbagliando, non sapendo che Gentiloni ha escluso per contro tutta una serie di soggetti, associazioni sindacali ed altri non meno importanti del riverito (per lui) presidente di Mediaset

E ovviamente (medesimo articolo di Antenne Libere) non poteva mancare un riferimento al Presidente della Repubblica che, già allora, pare soffrisse di interventismo a intermittenza:

Chi ha sorpreso è il capo dello Stato che non manca di tenerci al corrente quasi ogni sera delle sue opinioni sui fatti più diversi quando egli stesso aveva consigliato ai politici di apparire in video il meno possibile, che ha invitato a tenere segrete le intercettazioni a istruttoria aperta. E perché atti pubblici dovrebbero essere nascosti ai cittadini?? Non capiamo Giorgio Napolitano pompiere. Anche perché gli italiani siamo certi, non gradiscono di vederlo in questa veste.

Paolo Gentiloni. Un grande Ministro delle Comunicazioni.

Il Consiglio dei Ministri approvò un disegno di legge sulla regolamentazione dei blog su internet. Di chi sarebbe dovuta essere la competenza? Del Ministro delle Comunicazioni, risponderete in coro. E invece no. Paolo Gentiloni se la fece scrivere dal deputato Ricardo Levi (una sola “c” in Ricardo) e … non la lesse neanche, come ammise lui stesso.

Ma il Ministro Paolo Gentiloni si distinse anche per … non essersi distinto per niente nella vicenda Rete4 contro Europa 7, anzi, si oppose nel giudizio avanzato da Di Stefano alla Corte di Giustizia Europea (il link fornisce anche un compedio della vicenda, per chi non la conoscesse. Un’altra brutta pagina della storia. Un furto di Stato per favorire Berlusconi)

L’Europa ha emesso il suo verdetto: lo Stato ha derubato Europa 7 delle frequenze che gli spettavano, consegnando la refurtiva a Rete 4. La Corte di giustizia è giunta a questa conclusione malgrado le resistenze dell’Avvocato generale dello Stato italiano, spedito in Lussemburgo dal governo Prodi a perorare la causa della Gasparri. “Legge vergogna”: così la bollò l’Unione in campagna elettorale, promettendo solennemente di abrogarla. Ad urne chiuse, la folgorazione sulla via di Arcore. La legge è intatta, e il centrosinistra l’ha pure difesa dinanzi ai giudici europei. E’ l’ultimo omaggio della “banda Prodi” a “Sua emittenza”. Basta ricordare la legge Maccanico e il cavillo-truffa che espelleva Rete 4 dall’etere senza dire quando. L’ “abilitazione speciale” del Ministro Cardinale. La cancellazione del Piano Nazionale delle frequenze con la legge del 2001. Il silenzio assordante sul caso Europa 7.

Dello stesso periodo (ottobre 2007) un post nel blog di Beppe Grillo

– per la deroga dei termini del digitale terrestre ha telefonato a Confalonieri che gli ha dato un paio di dritte. Ora Fede non ha nulla da temere: non diventerà digitale fino al 2012. Rete4 è salva

– per dare nuovi contributi alla stampa e tappare la bocca ai blog ha usato un prestanome. Dato che Paolo è il prestanome di Rutelli, si tratta quindi di un presta-prestanome, il mitico Ricardo (con una c sola) Levi. La Levi-Prodi, scritta sotto dettatura di Berlusconi e De Benedetti, lui non l’ha letta. L’ha anche confessato ai 700.000 blogger italiani e ha detto che in futuro sarà più attento

– per il WiMax, la tecnologia che trasmette a 50 chilometri con costi di impianto molto bassi che dovrebbe risolvere il problema dell’ultimo miglio, Paolo ha avuto un’intuizione straordinaria: chi meglio dei responsabili del nostro digital divide può risolvere il problema del digital divide? Dopo un rapido consulto con Telecom, Vodafone, H3G e Wind ha deciso di farli partecipare al bando.

Scoppiò il caso. Anzi, scoppiarono i casi. in quanto Grillo invitò i lettori del suo blog a tempestare il blog del Ministro Paolo Gentiloni.

Quelle norme non videro mai la luce

Un articolo de “La Stampa” del 7 dicembre 2011 fa meritare a Paolo Gentiloni una menzione speciale da parte di Stratfor

Putting Bersani on his guard, the other night at a party summit, were [DP members] Marini and Gentiloni, who tried to convince [DP members] Damiano and Fassina that “this is our government.” It is one thing to take to the streets in protest when Berlusconi is in charge, and another if Monti heads an executive “we called for, got, and celebrated over,” as Gentiloni put it.

A mettere in guardia Bersani, l’altra notte in un summit di partito c’erano Marini e Paolo Gentiloni, i quali hanno cercato di convincere i membri PD Damiano e Fassina che “questo è il nostro governo”. Una cosa è portare in piazza la protesta contro Berlusconi e un’altra se Monti guida un esecutivo “che abbiamo voluto, abbiamo ottenuto e abbiamo celebrato”, come ha detto Paolo Gentiloni.

Si trattava del governo Monti, ovviamente.

Una ulteriore chicca, anche se a Paolo Gentiloni non mancavano già gli appoggi USA (ben ricambiati) quali retaggio del suo amico Francesco Rutelli (di casa – insieme a Pistelli – in Ambasciata USA, a giudicare dai cablo wikileaks).

Non per niente è anche Presidente della sezione Italia-Stati Uniti dell’Unione Interparlamentare.

Quindi, ricapitolando,

  • Il Patto del Nazareno rimane garantito. Paolo Gentiloni ha sempre garantito Berlusconi;
  • Gli USA sono contenti. Paolo Gentiloni garantisce un sereno e proficuo rapporto con USA e Israele (per favore, ci si astenga dal sostenere che questa costituisce discontinuità con Federica Mogherini. Ne ho già scritto con dati di fatto)
  • L’Europa è felice. Oltre a sostenere convintamente Monti e la sua politica, è accanito assertore della necessità della cessione della nostra sovranità (Si vedano i suoi interventi televisivi. Qui la selezione ad “Agorà” di RAI3);

Paolo Gentiloni: cedere sovranità

Paolo Gentiloni: cedere sovranità

Sono certo che anche chi nel PD non voleva votarlo alle primarie per la scelta del candidato sindaco di Roma, adesso è un suo accanito sostenitore. Renzi lava più bianco

Fancesco Nicodemo (oggi responsabile della comunicazione per il PD di Renzi) su Paolo Gentiloni

Fancesco Nicodemo (oggi responsabile della comunicazione per il PD di Renzi) su Paolo Gentiloni

Capito adesso perché Paolo Gentiloni è il nuovo Ministro degli Esteri?

Ah, quasi dimenticavo. Stiano sereni (nel senso declinato da Matteo Renzi) i Marò. Anche Paolo Gentiloni ha votato convintamente la legge che li ha messi sulla Enrica Lexie. Sicuramente, in piena continuità con Federica Mogherini, avvierà (per l’ennesima volta) l’internazionalizzazione della vicenda.