I greci pigri hanno la colpa? Forse no

greci pigri?

Quindi la colpa è dei greci pigri? O i fattori della bancarotta greca sono altri?

Lazy Greeks At Fault?? These Two Charts Suggest Otherwise!

Traduzione di un articolo pubblicato da Zero Hedge. Originariamente postato da Thad Beversdorf via First Rebuttal Blog1

Bene, le cose stanno cambiando in Europa. La Grecia ha appena eletto una maggioranza di governo che con la quale non si scherza.

Questa gente sembra non essere impressionata dagli slogan e si concentra sui fatti, come ha detto Yanis Varoufakis – in predicato per essere il nuovo Ministro delle Finanze greco – durante una intervista sull’inglese Channel 4 News. Sembra che vedano le cose giuste o sbagliate a prescindere da quale bocca le pronunci, il che è una grande cosa. Ora, non esiste il politico perfetto e queste persone sono sinistra della sinistra con una pesante inclinazione socialista. Ovviamente non riconosco a una ideologia socialista la possibilità di ricostruire una nazione sull’orlo della bancarotta. Detto questo, se il nuovo Governo è fedele alla causa, piuttosto che all’ideologia, la loro integrità li porterà al risultato.

Ma cosa è necessario fare in Grecia? Questa è una domanda da un milione di dollari. In apparenza la Grecia è semplicemente un mucchio di spugne pigre. Ma vi raccomando di badare ai fatti, prima di dare il giudizio finale.
Ricordate che la Grecia è stata la culla della Democrazia. Questa gente ha esercitato la Democrazia da più a lungo di qualsiasi altra nazione sulla terra. Quindi mi è difficile accettare che d’improvviso, dopo migliaia di anni, siano semplicemente diventati troppo pigri per continuare ad avere l’orgoglio del popolo che creò il concetto di popolazione libera e autogovernata. Proprio non ci credo. Guardiamo più a fondo.

Studiavo economia internazionale a Oxford nel 1999 e quindi stavo molto attento a osservare il dibattito creato dall’implementazione dell’Euro. Ricordo perfino che ci fu una tremenda controversia sul tipo di patto dovesse essere imposto alle nazioni per assicurarsi che tutti portassero il loro pezzo di fardello. La difficoltà con tale sistema è che ci sono forze industriali molto differenti fra gli Stati Nazione e quindi forzarli tutti entro lo stesso patto porta verso il disastro.

Pensiamo, ad esempio, ai bilanci delle industrie delle materie prime e a quelli delle compagnie biotech. Se forzi tutte le industrie dentro uno stesso sistema di misure hai il disastro per alcune e la manna per altre. La stessa cosa si può dire a livello macroeconomico, ma non credetemi sulla parola.

Vediamo se possiamo trovare qualcosa che supporti la nostra teoria secondo cui l’uniformità del pacchetto contrattuale e delle altre politiche che circondano l’Euro hanno beneficiano alcune nazioni e danneggiato altre. Se è vero, allora non dovremmo essere così duri e superficiali nel dare la colpa ai cittadini greci. Dobbiamo pure essere aperti a soluzioni che contraddicano lo status quo se è lo status quo che ci ha portato a questo punto.

Quindi ciò che dobbiamo fare è dare una occhiata alle performance economiche delle varie nazioni prima e dopo l’intervento dell’Euro. Il grafico che segue descrive la performance economica, utilizzando il parametro della crescita aggregata della produzione industriale totale (non sono certo della correttezza della traduzione del parametro. In inglese: “total industry production cumulative growth”) di varie nazioni europee nei dieci anni che portarono all’implementazione dell’euro.

Possiamo vedere che la Spagna andava eccezionalmente bene, con la Grecia e l’Italia immediatamente dietro. Quindi Germania e Francia in coda. Tuttavia, notate che tutte le nazioni avevano un trend simile (positivo) durante quei dieci anni.

Adesso guardiamo la relativa performance delle stesse nazioni nel decennio seguente l’implementazione dell’Euro. Certo, l’Euro non è l’unica variabile della performance economica, ma ricordate che la maggior parte degli shock economici ha lo stesso impatto su tutte le economie. È così. Sono shock positivi o negativi su tutte le economie. Ma la nostra teoria suggerisce che dell’Euro beneficiano alcuni Paesi mentre danneggiano altri, quindi dobbiamo cercare un distacco fra le relative performance. Vediamo cosa troviamo.

Molto interessante. Sembra che, mentre la Germania era effettivamente penultima nella crescita economica nei 10 anni antecedenti all’introduzione dell’Euro, nei dieci anni successivi la crescita economica della Germania è esplosa. Eccellente, eccetto per il fatto che, nello stesso periodo, le altre quattro nazioni in comparazione sono andate malissimo. Quindi, come la teoria prevedeva, si è avuto un significativo scostamento nelle performance delle singole nazioni. Questo rafforza la teoria che l’Euro è stato uno stimolo positivo per alcune nazioni, ma uno shock negativo per le altre. Il che significa che l’Euro stesso e le sue politiche possono costituire una forza distruttrice se le nazioni del sud oppongono un carattere debole.

Dobbiamo capire che se alcune nazioni come la Germania vanno bene, mentre altre no, non significa che i tedeschi sono cittadini o lavoratori migliori. Può significare benissimo che l’Euro sia stato creato per avvantaggiare i tedeschi a discapito dei greci (e degli spagnoli e degli italiani. n.d.r.). E questo non dovrebbe sorprenderci in quanto qui, in America, abbiamo il medesimo problema.

L’unica differenza sta nel fatto che gli USA hanno due lussi che la Grecia, la Spagna e l’Italia non possono permettersi e cioè la riserva monetaria e la possibilità di stampare moneta. Se gli USA avessero le stesse restrizioni, anche noi annegheremmo nei debiti con una crescita economica negativa. Questo è un fatto assoluto e indiscutibile. Se volete controllare, leggete i miei precedenti 4 articoli e non avrete dubbi.
Ora, io non nego che i greci stessi abbiano qualche responsabilità. Ciò che voglio dire e di guardare bene DENTRO i fatti dati dai grafici per renderci conto che l’Euro stesso, o magari le sue politiche, sono il problema.
Capiamo quali siano le dinamiche risultanti nella situazione attuale. Capiamo che tutte le opzioni sono disponibili, non solo quelle gradite ai Signori della BCE e agli Oligarchi.

C’è un nuovo sceriffo in città e pare avere la giusta predisposizione mentale. Diamogli una chance per fare la cosa giusta. La mia speranza è che il suo obiettivo sia la prosperità della nazione piuttosto che impuntarsi su argomenti di socialismo contro capitalismo.
Una classe lavoratrice prospera e garanzie di diritti e libertà individuali dovrebbero essere questi a far finire il gioco.

Riassumendo, il mio obiettivo è dimostrare che ciò che pensate di sapere sulla situazione greca probabilmente non è il reale problema, come mostrato dai grafici sopra. Quindi dobbiamo essere aperti per capire dove stanno i problemi, quali opzioni ci sono e stabilire una volta per tutte una soluzione finale rispetto alla devastazione. Sappiate che saremo inondati di propaganda per convincerci che questo nuovo governo rovinerà l’Europa e probabilmente il mondo intero. La BCE lavorerà con le banche e con l’opposizione per rendere le cose ancora peggiori e incolpare il nuovo Governo di aver fallito nel tentativo di creare disordini e instabilità fra la gente. Sono queste le cose che gli attuali leader occidentali fanno per raggiungere i loro scopi. Lo abbiamo visto in Nord Africa e lo vediamo in Ucraina. È la triste realtà che il mondo deve in atto sopportare. Ma siamo forti e consentiamo a questo nuovo Governo greco almeno la chance di essere all’altezza degli standard che si sono autoimposti. Se falliranno, che sia. Ma non uccidiamo tutte le speranze prima che la speranza abbia una possibilità di trasformarsi in prosperità. 


1 Fonte articolo: http://www.zerohedge.com/news/2015-01-26/lazy-greeks-fault-these-two-charts-suggest-otherwise