Montante indagato per mafia. E Ivan Lo Bello resta solo?

Ivan Lo Bello e Antonello Montante indagato per mafia

La notizia è “il Presidente di Confindustria Sicilia Antonello Montante indagato per mafia”. Sarà la magistratura a stabilire la verità, ma è tutto come un “deja vu”.

Su “L’Ora Quotidiano” del 9 Febbraio 2015: “Pentiti contro leader di Confindustria: Montante indagato per mafia“.

Una notizia bomba. Antonello Montante, infatti, oltre ad essere il Presidente di Confindustria Sicilia, è:

  • Delegato nazionale di Confindustria per i problemi della legalità;
  • Componente dell’Agenzia Nazionale per i beni confiscati alla mafia (su designazione del Ministero dell’Interno);
  • Presidente della Camera di Commercio di Caltanissetta;
  • Presidente di Unioncamere Sicilia

È del novembre 2014 l’altra accusa. Quella che il magistrato Nicolò Marino mosse ai vertici di Confindustria siciliana. La questione era legata alla gestione dei rifiuti e il dito era puntato sul vice presidente di Confindustria Sicilia, Giuseppe Catanzaro, ma non solo.

Marino ha indicando ciò che a suo parere costituisce un sistema di potere e di collusioni formato da Montante, Lo Bello, Lumia (senatore PD. Poteva mancare il PD?), Catanzaro e lo stesso Presidente della Regione Siciliana Crocetta.

Crocetta ha goduto degli appoggi di Confindustria come sindaco di Gela, come parlamentare europeo e come presidente della Regione siciliana.

Montante e Lo Bello hanno prontamente querelato Nicolò Marino che, però, pare non essersi affatto intimidito. Anzi, ha rincarato la dose.

Questa Amministrazione – scrive Marino – è ben a conoscenza che nel lontano 1995 la Catanzaro Costruzioni s.r.l. ebbe ad aggiudicarsi il servizio per la gestione della discarica di Siculiana in ATI con la FORNI ed Impianti industriali Ing. De Bartolomeis S.p.a. di Milano (l’unica in possesso dei requisiti per la partecipazione alla gara), questa ultima coinvolta successivamente nell’inchiesta “TRASH” della DDA di Palermo, per vicende connesse alla turbativa d’asta in gare per discariche, depuratori ed altri impianti di smaltimento, inchiesta culminata finanche nell’arresto del suo direttore generale, Massimo Tronci, per il reato di associazione per delinquere di stampo mafioso, risultato in rapporti di affari con RIINA Salvatore, BUSCEMI Antonio, LIPARI Giuseppe, VIRGA Vincenzo, NANIA Filippo, BRUSCA Giovanni e SIINO Angelo1

Per inciso, Siculiana è in provincia di Agrigento. Provincia di Giuseppe Catanzaro, ma anche del Ministro dell’Interno Angelino Alfano, lo stesso che ha nominato Montante all’Agenzia Nazionale dei beni confiscati alla mafia.

Montante indagato per mafia. Mah!

A proposito dell’incarico conferito da Angelino Alfano, ci sarebbe pure quel piccolo problema sul conflitto di interessi:

È giusto insomma che uno dei membri del consiglio direttivo dell’Agenzia che assegna i beni confiscati alle mafie sia anche uno dei più influenti soci di un ente che ha tra le sue finalità la gestione dei beni confiscati a Cosa Nostra?

Strano destino, quello di Confindustria Sicilia.

Oggi abbiamo Montante indagato per mafia, ma dei vertici di Confindustria Sicilia ebbe già ad interessarsi la Commissione nazionale Antimafia degli anni ’70 che, in diverse pagine, menziona l’ing. Domenico (Mimì) La Cavera, l’allora Presidente di Confindustria Sicilia.

I suoi rapporti con l’ineffabile avvocato Vito Guarrasi di Palermo2 . Strano tipo, Vito Guarrasi. Imparentato con Enrico Cuccia (Mediobanca).

Definito “il vero boss”, “l’avvocato dei misteri”.

Per il giudice Calia presenziò perfino alla sottoscrizione del trattato di Cassibile, rappresentando gli interessi della mafia.

Amici inseparabili, lui e La Cavera. Insieme e con il deputato comunista Emanuele Macaluso furono i fautori e i sostenitori della “stagione del milazzismo” in Sicilia3

Silvio Milazzo, dopo le elezioni, il 12 agosto 1959 formò un secondo governo, dove però non entrò più il MSI. Questo secondo governo ebbe allora un sostegno variegato, dalle sinistre, ai monarchici, ai vertici di Sicindustria, allora guidata da Domenico La Cavera che già aveva rotto con Confindustria, fino ad esponenti vicini alla mafia.

La Cavera ebbe relazioni anche con l’altro (oltre lo stesso Guarrasi) grande attore del “Caso Mattei”, Graziano Verzotto, e con lo stesso Enrico Mattei.

È stato uno dei promotori insieme a Vito Guarrasi e Graziano Verzotto della Sofis (ente pubblico siciliano nato nel 1957) di cui fu nominato direttore. Il suo nome compare nelle relazioni compiute dalla Commissione parlamentare antimafia negli anni ’70.

Ma i suoi affari in contiguità con la mafia andavano oltre:

Fu amministratore delegato della SIRAP, (società controllata dall’ESPI), coinvolta nell’indagine su Angelo Siino, il gestore degli affari economici di Cosa Nostra

Antonello Montante e Ivan Lo Bello per Domenico La Cavera erano “i ragazzi”.

Montante e Lo Bello (e Catanzaro) son sempre andati d’amore e d’accordo. Sicilia ovest al primo e Sicilia est al secondo.

Presidenza della Camera di Commercio di Caltanissetta al primo, quella di Siracusa al secondo.

Altre grandi Camere di Commercio siciliane (Catania e Messina) – ma anche Enna, ad esempio – sono tenute dal Governo Crocetta in condizione di commissariamento di dubbia legittimità.

Antonello Montante indagato per mafia. Si stenta a crederlo!

Dice il deputato regionale siciliano Leanza4

Lo Bello e Montante? Sono i padroni della Sicilia

Solo ultimamente, secondo alcune voci, si sarebbero creati dissapori tra loro, ma lingue ancor più malevole sostengono che sia tutto “teatro”. In ballo ci sono gli accorpamenti delle Camere di Commercio siciliane e con essi la gestione delle (s)vendite degli aeroporti siciliani.

E adesso ci si ritrova Antonello Montante indagato per mafia.


1 fonte 
2 Ho avuto modo di parlare del personaggio Vito Guarrasi in Stato-mafia: una trattativa che non è mai esistita e in Fu Andreotti a volere la morte di Moro. Sicuri? , con la citazione alle fonti delle asserzioni qui espresse sull’avv. Vito Guarrasi
3 fonte .
4 fonte .