ItaliaColSegnoPiù davanti alle cifre del disastro: Le imprese.

italiacolsegnopiù il disastro dei dati delle imprese

Italiacolsegnopiù, Italiariparte Ciaogufi… sono solo alcuni degli hashtag (parole chiave) utilizzate da questo “Governo dei numeri a caso”. La vera nemica di Renzi e del suo Governo è la realtà. Realtà incontrovertibile dei numeri, oltre che della vita reale.

Imbrogliare sui numeri è complicato e Renzi dovrebbe astenersene. Far passare la “fiducia” (che non è ben chiaro come venga rilevata) con dati reali serve solo alla propaganda e al racconto di una realtà che non esiste.

Ogni tanto (grazie alla cortesia della Camera di Commercio di Catania per i dati1) presento dei post per l’analisi dell’andamento della vita reale. Al 28 Ottobre 2014 risale il post con i dati delle imprese al settembre 2014. Il 4 Aprile di quest’anno con i dati delle imprese al 28 febbraio 2015.

Allora vediamola questa Italiacolsegnopiù. Vediamola al 30 settembre 2015. Il periodo preso a riferimento per tutti i dati è 01/10/2014-30/09/2015.

Si sono registrate 10.865 nuove imprese. Tutto bene, quindi? Tutt’altro. Il dato delle imprese che si registrano è un dato che, preso a se, è quasi insignificante.

Partiamo dai settori economici:

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Crollo netto per le attività agricole e manifatturiere. Sia in termini di imprese registrate sia, ancor più importante, di imprese attive.

Con “Registrate” si intendono le imprese iscritte al Registro delle Imprese. Con “Attive” si intendono le imprese che si presume svolgano effettivamente l’attività.

Nel settore del Commercio, quindi, cominciamo subito a vedere quale sia l’importanza delle cifre delle imprese attive, rispetto a quelle registrate.

Vero è che sono state registrate 3.394 nuove imprese commerciali, ma è anche vero che le imprese attive sono 430 in meno. Quindi, fra cessazioni, imprese che non hanno mai iniziato l’attività e imprese “in sofferenza” (con procedure concorsuali avviate, con attività sospesa o in scioglimento e liquidazione) non solo si azzera il numero delle nuove imprese registrate, ma si ha un decremento in valore assoluto di 430 unità. Semplicisticamente, potremmo dire che non solo nessuna delle 3.394 nuove aziende è ancora attiva e produttiva, ma ulteriori 430 aziende hanno cessato di esistere.

Dando una occhiata ai saldi, quindi, possiamo già farci una idea dello stato del disastro.  Nonostante le nuove 10.865 imprese, il saldo delle imprese attive è – 10.180.

Teniamo poi a mente che “Made in Italy” significa “fatto in Italia”. “Fatto” implica agricoltura e/o manifattura. Questa è l’ossatura economica che ha consentito all’Italia di superare le crisi. Di questo ne ho ampiamente parlato qui e qui.

Il default dell’Agricoltura è già evidente dalla tabella precedente, per quanto riguarda la manifattura “Made in Italy” (e quindi l’Artigianato in primis) si contano nello stesso periodo 22.476 imprese artigiane in meno. Sono morte 2,66 imprese artigiane l’ora. 61,58 al giorno, Natale e ferragosto compresi!

Italiacolsegnopiù? Si, ma dove è messo questo segno più, se non davanti alle cifre del disastro economico?

E tra l’altro, il nostro tessuto economico sta morendo con sofferenza.

Prima della successiva tabella, ricordo che “con procedure concorsuali” viene inteso Amministrazione giudiziaria, Bancarotta semplice, Bancarotta fraudolenta, Concordato preventivo, Concordato fallimentare, Fallimento, Liquidazione coatta amministrativa, Amministrazione controllata, Amministrazione straordinaria, Accordi di ristrutturazione dei debiti, Stato di insolvenza.

Con “scioglimento e liquidazione” si intende Liquidazione giudiziaria, Liquidazione, Liquidazione volontaria, Scioglimento per atto dell’autorità, Scioglimento, Scioglimento e liquidazione, Scioglimento senza messa in liquidazione, Scioglimento anticipato senza liquidazione.

Adesso vediamo le variazioni

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Ecco dove troviamo l’Italiacolsegnopiù

Al netto delle procedure concorsuali e delle procedure di scioglimento che sono state chiuse nel periodo (e che – passando direttamente allo stato di “Cessate” – non figurano nei dati qui rappresentati) assistiamo incrementi rispettivamente di 4.317 e 3.153 imprese. 7.460 imprese in più (oltre alle procedure chiuse) che entrano in sofferenza.

È bene evidenziare quale sia l’incidenza , fra le aziende non attive, delle imprese iscritte nell’ultimo quinquennio per verificare la “mortalità infantile” della nostra economia:

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I dati ci dicono pure che le variazioni non sono omogenee né sotto l’aspetto della forma giuridica né della nazionalità delle imprese. A chiudere sono solo le micro, piccole e medie imprese italiane!

I raffronti per forma giuridica:

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Raffronti per sede dell’impresa

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E con queste due tabelle risulta evidente che “Italiacolsegnopiù” è solo uno slogan della distruzione economica renziana.

L’Italia è una terra economicamente distrutta!

Certo, secondo il “modello di sviluppo economico dei popoli” inventato da chissà chi siamo all’avanguardia:

  • Le forme giuridiche si “evolvono” dalle ditte individuali alle società di capitali. Il tanto deprecato “nanismo” dell’economia sta per essere definitivamente sconfitto. E con esso l’artigianato, le peculiarità territoriali, il vino di nicchia, il DOC, il DOP, il DOCG e gli olii extra-vergini DOP e IGP dei piccoli appezzamenti curati personalmente dall’agricoltore, ma anche la cravatta sartoriale, le ceramiche tradizionali…. Ci evolviamo per l’Italiacolsegnopiù;
  • Ci “internazionalizziamo”. Non nel senso che incrementiamo le esportazioni, ma nel senso che le nostre aziende chiudono e vengono qui a produrre aziende straniere. La ricchezza e le tasse vanno altrove e a noi resta da fornire la mano d’opera. A bassissimo costo, grazie al Jobs Act. Siamo la nuova Polonia: Italiacolsegnopiù;
  • Transitiamo da una economia agricola/manifatturiera all’economia dei servizi per la quale non siamo attrezzati e che rappresenta la negazione della nostra storia e della nostra presenza economica in tutto il mondo.

Un ragionamento da “conto della serva” (magari ragionassimo sempre secondo i “conti della serva”):

Per avere i pomodori occorre che:

  1. il produttore li venda a un mediatore, questo al grossista e quest’ultimo al mercato ortofrutticolo all’ingrosso dove l’ortolano (ammesso che resista un ortolano al cospetto delle catene di supermercati, ovviamente) li acquista per rivenderli al consumatore (filiera lunga)
  2. il produttore li venda direttamente al mercato all’ingrosso e da qui all’ortolano che li rivende al consumatore finale (filiera corta)
  3. il produttore e il consumatore si incontrino per l’acquisto dei pomodori (Chilometro zero).

Procedimento un po’ più lungo per i pomodori lavorati, ma il principio è identico.

Se il produttore sparisce perché il “modello di sviluppo economico dei popoli” prevede che non deve esistere, come funzionano le varie filiere?

Se, secondo  il “modello di sviluppo economico dei popoli” ci si evolve in “servizi”, avremo solo servizi finanziari, telefonici, di consulenza ed expertise (aziendale, di marketing, del lavoro, finanziaria, commerciale, fiscale, legale …), ma alla fine della giostra, chi produce i pomodori da comprare dall’ortolano o dal produttore? Chi li lavora per farceli trovare sotto forma di “pomodori pelati” in salumeria (ce ne fossero ancora) o al supermercato di quartiere?

Chi, la Monsanto?

Quindi stiamo distruggendo la nostra economia per far si che il TTIP sia inevitabile?

È ovvio che il ragionamento fatto sui pomodori si replica per il vino, l’olio, il grana e il parmigiano, la cravatta sartoriale e tutto il “Made in Italy”.

A proposito di TTIP, ma in quanti sanno esattamente cosa sia?

Se dicessi che perfino Wikileaks di Assange ha posto una “taglia” per conoscerne i segretissimi contenuti, ci credereste?

€100,000 reward for Europe’s most wanted secret. The TTIP is a multi-trillion dollar international treaty that is being negotiated in secret between the United States and the European Union.

Se scrivessi che neppure i parlamentari europei possono entrare a conoscenza dei dettagli di questo trattato segreto, mi prendereste per pazzo?

E se aggiungessi che Cecilia Malmström (Commissaria europea che si occupa proprio di TTIP e di accordi commerciali) sostiene che:

Il mio mandato? Non arriva dai cittadini europei”. Così il commissario del commercio, Cecilia Malmström, ha risposto a un giornalista dell’Indipendent, nel corso di un’intervista durante la quale le si chiedeva come potesse continuare i negoziati sul Transatlantic Trade and Investment Partnership (TTIP) di fronte all’inarrestabile ondata di critiche che l’accordo commerciale sta sollevando in Europa. (fonte Wall Street Italia)

sarei folle?

A proposito dell’ondata migratoria dall’Africa e dal Medio Oriente Paul Craig Roberts, dall’America, definisce i nostri capi politici “corrotti vassalli ben pagati dagli USA” (Articolo di Paul Craig Roberts tradotto).

Forse anche lui un complottista.

Complottista anche la dura realtà delle cifre? Un fatto è certo: l’Italiacolsegnopiù è una fandonia megagalattica e chi ci governa sta facendo di tutto per distruggere l’economia italiana. Lo dicono le cifre. Un motivo deve pur esserci!


1 Dati imprese del sistema delle Camere di Commercio per la cortesia della Camera di Commercio di Catania. Fonte Movimprese – Stockview