Mafia a Quarto: il “doppiopesismo” della collusione

la mafia a Quarto e Rosa Capuozzo, il sindaco del Movimento Cinque Stelle

Rosa Capuozzo, Sindaco del Movimento 5 stelle. Nell’occhio del ciclone per la mafia a Quarto

La mafia a Quarto (Napoli, Campania) la fa da padrone da anni. Un Comune commissariato per tre volte per infiltrazioni mafiose. L’assalto del PD e le collusioni.

Nel marzo del 2013 la mafia a Quarto colpisce ancora. Il Comune viene commissariato per la terza volta in venti anni per infiltrazioni mafiose.

Si potrà andare al voto solo dopo 18 mesi, dice la Legge. Nel 2015, quindi. E i Consiglieri Comunali in carica al momento dello scioglimento sono incandidabili per una tornata elettorale. Ma la Legge è scritta in modo strano. Parla di “tornata elettorale” senza specificare di che livello.

Nel 2014 c’è stata la tornata elettorale europea, quindi i Consiglieri Comunali in carica al momento dello scioglimento possono ricandidarsi in massa e ricostituire la medesima condizione di infiltrazione precedente al commissariamento.

I partiti si attrezzano e presentano le loro “brave” (nel senso manzoniano del termine) liste. Stavolta compare una compagine nuova che tanto danno alle mafie ha già prodotto altrove: il Movimento 5 Stelle che non si allea con alcuno dei partiti (come di consuetudine) e che presenta la sua candidata a Sindaco: Rosa Capuozzo.

Per errori procedurali (firme non autenticate come prescritto dalla Legge) nel Maggio 2015 il Consiglio di Stato esclude dalla competizione elettorale tre candidati a sindaco e le liste di Pd, Sel, Udc, Cd, Ncd, Fratelli d’Italia e una lista civica.

Partiti e mafia a Quarto si organizzano immediatamente. I primi dando indicazioni di votare la candidata del Movimento 5 Stelle, ma non i consiglieri:

Le forze politiche rimaste fuori si starebbero attrezzando per votare lei ma non i suoi consiglieri, impedendole di ottenere la maggioranza. Tutto da rifare: fuori la politica e dentro il commissario straordinario. (“La Stampa” 30/05/2015)

La camorra, dal canto suo, utilizzando i metodi soliti: convogliare i voti su qualche candidato per farne “cosa nostra”. L’uomo “giusto” venne individuato in Giovanni De Robbio.

Il tramite è Mario Ferro, ex esponente PDS e poi PD in Consiglio Comunale a Quarto. Tanto integrato con i Cesarano da sedere “al tavolo” con De Robbio e Alfonso Cesarano:

Ha chiamato Mario Ferro e me l’ha detto… (De Robbio, ndr) ha preso 927 voti… ci siamo messi con chi vince capito, quella è stata la cosa importante… votiamo a questo, a quello, ma per fare cosa dopo? Per prenderlo nel culo? … Mario Ferro non sta con quelli di Cinque Stelle… Mario Ferro stava con il Pd però… questo De Robbio noi abbiamo fatto l’accordo con lui è capito… Ci siamo seduti al tavolo, papà (Alfonso Cesarano), Mario Ferro, De Robbio si sono seduti hanno parlato hanno chiacchierato, hanno concordato diciamo delle cose loro, hanno parlato di tutte le cose e noi gli abbiamo detto che gli avremmo dato una mano… Hai capito? Non ti preoccupare ti diamo noi una mano a vedere i voti che devi avere… (“Il Fatto Quotidiano” 23/12/2015)

Mario Ferro è un uomo di fiducia dei Cesarano ed è talmente tanto parte integrante del gruppo Cesarano da inserire anche la promessa di assunzione del figlio quale custode del cimitero in cambio del sostegno elettorale che i Cesarano avrebbero poi fornito a De Robbio.

Una parentesi: Alfonso Cesarano è il “re delle pompe funebri” chiamato a Roma dai Casamonica per celebrare il famigerato funerale del patriarca Vittorio.

Torniamo alla vicenda.

Giacomo Cesarano: Adesso si devono portare a votare chiunque esso sia, anche le vecchie di 80 anni si devono portare là sopra e devono mettere la X sul Movimento Cinque Stelle che è la cosa fondamentale… perché se non sale il M5s con la maggioranza teniamo sempre il problema… hai capito no… con Di Criscio e Rosa…
Biagio G.: Ho capito… ma questo comunque la carica che avrà lui e quella che hai detto tu? Quando salirà a consigliere? Cioè… lui
GC: E’ normale…
B.: Lui avrà l’incarico alla polizia, al cimitero…
GC: No, non lui…
B: Delegherà
Giacomo Cesarano: Delegherà un assessore… a lui gli serve un assessore…
B: Ah ho capito
GC: L’assessore glielo diamo noi praticamente, cioè lui non se lo prende … glielo diamo noi… e questo assessore che gli diamo noi… lui ci deve dare quello che noi ci abbiamo detto che ci deve dare.
B. Vabbene ma dico, non è che questo una volta che sale poi dice l’assessore facciamolo farlo a questo
GC: No, no, no
B. Cioè lo mette lui…
GC: No, no, non lo può fare, ha preso accordi con noi, dopo così come lo abbiamo fatto salire, così lo facciamo cadere… Biagino!
(…)
GC: Se noi vediamo la ‘mala parata’ (condizione sfavorevole, ndr) che quello non ci sta a sentire lo facciamo cadere subito perché si buttano tutti quanti all’opposizione e lo facciamo cadere… Lo facciamo cadere.. lo facciamo cadere… (lo ripete tre volte, ndr) incominciamo ad appoggiare tutti quanti all’opposizione… Loro cadono. (“Il Fatto Quotidiano” 24/12/2015)

De Robbio venne – manco a dirlo – eletto Consigliere Comunale. Primo degli eletti, ma i problemi per la mafia a Quarto iniziarono immediatamente.

Rosa Capuozzo si oppose alla sua elezione a Presidente del Consiglio Comunale (prassi non scritta in quasi tutti Comuni italiani: il più votato viene eletto Presidente).

Rosa Capuozzo non nominò l’assessore suggerito da De Robbio gradito ai Cesarano.

Rosa Capuozzo non assunse il figlio di Mario Ferro al cimitero di Quarto, non diede l’incarico di consulenza per le pratiche di abuso edilizio al geometra Intemerato e non assegnò in gestione lo stadio comunale alla “Quartograd” gradita ai Cesarano, restituendolo alla gestione pubblica.

De Robbio ha tentato anche la strada della “persuasione” (foto aeree e dossieraggi anonimi su presunti abusi edilizi della Capuozzo):

Da giorni circola un plico di documenti, inviato ai consiglieri di opposizione di Quarto, su un presunto abuso edilizio che, seppur parzialmente, mi riguarderebbe. Io stessa sono venuta in possesso di questo “incartamento” contenente una lunghissima serie di illazioni, affermazioni infamanti e calunnie a profusione. La prima cosa che ho fatto è stata di presentarmi io stessa dai carabinieri per chiedere loro di compiere tutti gli accertamenti del caso nel più breve tempo possibile. Non a caso, infatti, già lunedì 2 novembre una squadra di tecnici è venuta a fare un sopralluogo e ha eseguito tutte le misurazioni del caso sugli immobili messi, forse troppo velocemente, sotto accusa.

In sintesi, la mafia a Quarto con il suo punto di snodo Mario Ferro (PD) e l’uomo “cosa nostra” Giovanni De Robbio non hanno visto alcuna richiesta esaudita. Non solo la Capuozzo non ha ceduto di un millimetro alle richieste di De Robbio, ma lo stesso De Robbio è stato espulso dal Movimento 5 Stelle.

Perché mai Rosa Capuozzo dovrebbe dimettersi o il Comune di Quarto sarebbe da sciogliere? Per realizzare l’obiettivo di tornare alle urne e consentire la candidatura di tutti gli incandidabili come da “programma pre-elezioni”? O forse perché i Cesarano hanno ordinato di “appoggiare l’opposizione” così “loro cadono”?

Come mai il PD chiede le dimissioni di un sindaco che rigetta ogni richiesta della mafia a Quarto? 

Quello stesso PD che in Sicilia accoglie a braccia aperte la confluenza del partito “Articolo 4” i cui esponenti di spicco sono tali Paolo Ruggirello, Luca Sammartino e Valeria Sudano? (vedi “Presadiretta” del 13/09/2015)

Il PD non fiata sulle “performances” di Enzo Bianco a Catania e su una variante da 10 milioni a vantaggio della fidanzata. Non si accorge che l’antimafia siciliana denuncia alcuni Consiglieri Comunali di Catania in odore di mafia. Non fa caso alle centinaia di Consiglieri, Deputati, Senatori, Sottosegretari e Ministri PD e del Governo PD che sono in fortissimo odore di mafia e chiede le dimissioni della Capuozzo.

È solo doppiopesismo?

Dove sta il confine con l’esplicito e incondizionato sostegno alle mafie? Dove sta il confine con il favoreggiamento?