Da Renzi all’omicidio Moro passando per Carrai, Ledeen, Kissinger e… Napolitano?

Siamo in deriva autoritaria. Poteva essere diversamente se i “migliori amici” dei nostri Presidenti sono Ledeen e Kissinger?

 Su “Fatto Quotidiano” di oggi è dedicato ampio spazio alla deriva autoritaria connessa alle “Riforme Renzi”.
Che la direzione dittatoriale e destabilizzante intrapresa sia però una sorpresa, questo no. Non posso dirlo.
Bastava dare una occhiata ai “consulenti privati” di Renzi per capire che nulla di buono poteva venirne.
Mi riferisco a David Serra, certo. Ma mi riferisco a Marco Carrai e, attraverso lui, al “consulente esteri” di Renzi: Michael Ledeen.
(vedi: fonte1 e fonte2)
Ma iniziamo il nostro viaggetto. Ci porterà nella storia d’Italia più oscura (l’omicidio Moro) e ritorno.
Parlavamo di Michael Ledeen. Inquadriamo il personaggio. Sue le frasi:

Il miglior programma in assoluto di educazione alla democrazia si chiama “Esercito degli Stati Uniti”.

e poi:

La stabilità è una missione indegna per l’America, ed anche un concetto fuorviante. Non vogliamo la stabilità in Iran, Iraq, Siria, Libano, e perfino nell’Arabia Saudita, vogliamo che le cose cambino. Il vero problema non è se, ma come destabilizzare. (Wall Street Journal – 04/09/2002. Si vedano le strane coincidenze temporali con l’avvio degli eventi che condussero all’invasione dell’IRAQ)

e ancora

La potenza formidabile di una società libera dedicata ad una sola missione è qualcosa che [i nostri nemici] non riescono a immaginare … La nostra vittoria inaspettatamente rapida in Afghanistan è il preludio di una guerra molto più vasta, che con tutta probabilità trasformerà il Medio Oriente per una generazione almeno, e ridefinirà la politica di molti paesi più vecchi in tutto il mondo.

Qui una cronologia completa delle “profezie” di Michael Ledeen e eventi che ad esse si correlano
Ma Michael Ledeen è un personaggio ben noto anche in Italia (per un certo periodo, perfino “non gradito”):
È frequentemente citato da Francesco Pazienza nelle memorie depositate agli atti della Commissione P2 (“Il Disubbidiente, Longanesi) che ricorda come l’Ammiraglio Fulvio Martini, capo dell’Intelligence italiana, lo abbia bollato come “personaggio non gradito in Italia
Torna come il prezzemolo nel “Caso Achille Lauro” La cosidetta ” Crisi di Sigonella“:

Il governo americano, senza aver avvertito il Governo italiano del dirottamento, cercò di contattare Craxi che non si fece trovare. Oliver North si rivolse allora a Michael Ledeen, un consulente della CIA che si fece passare Craxi in ragione di antichi rapporti di consuetudine risalenti al suo periodo di perfezionamento universitario italiano; a suo dire Craxi gli chiese solo “perché in Italia?” e si accontentò della sua risposta: “per il vostro clima perfetto, la vostra favolosa cucina e le tradizioni culturali che la Sicilia può offrire”[8].

come racconta lui stesso a Repubblica

A mezzanotte Michael Ledeen, consulente del Consiglio per la sicurezza nazionale, chiamò Craxi per conto di Reagan. Lo trovò al Raphael, lo fece svegliare e gli chiese di permettere l’ atterraggio del Boeing e dei caccia in Sicilia. “Perché proprio qui?” chiese il presidente del Consiglio. “Perché in Sicilia c’ è una splendida cucina” rispose Ledeen. “Craxi rise e promise di autorizzare l’ atterraggio, cosa che fece subito” raccontò poi lo stesso Ledeen. 

Facendo una veloce ricerca su Wikipedia, ci si imbatte in questa pagina:
Credo non manchi niente. Bella personcina, no?
Ah, L’altra espressione sottolineata, “Grey Wolves” mi ha fatto venire in mente Ali Ağca.
Ricordate il tentato assassinio di Papa Giovanni Paolo II?
Bene, anche li Ledeen ebbe ruolo preciso nel depistaggio verso i “comunisti bulgari”. Depistaggio che fece tornare ai tempi d’oro la guerra fredda e il fronteggiarsi dei due blocchi. Peccato che la traccia dei comunisti bulgari si rivelò, poi, infondata.
Sono costretto a riportare il brano in inglese, considerato che nella omologa pagina in italiano di tutto questo non c’è nulla

Leeden worked for the Italian military agency SISMI in 1980 providing “risk assessment”,[1] and consulting on extradition matters between Italy and the US.[5] It was during his time in Italy which Ledeen came out in his belief in the “Bulgarian connection” conspiracy theory concerning Grey Wolves member Mehmet Ali Ağca’s 1981 attempt to assassinate Pope John Paul II. The theory has since been attacked by various authors and journalists, including Washington Post reporter Michael Dobbs, who initially believed the story as well. The theory was adopted in 2005 by the Italian Mitrokhin Commission. According to Craig Unger, “With Ronald Reagan newly installed in the White House, the so-called Bulgarian Connection made perfect Cold War propaganda. Michael Ledeen was one of its most vocal proponents, promoting it on TV and in newspapers all over the world.”[5]

Gladio, quindi.
Che strani i percorsi mentali. Da Renzi, attraverso Ledeen siamo arrivati a parlare di Gladio.
Ovviamente ricordiamo tutti che Gladio costituiva la mano militare “sottotraccia” dei servizi segreti americani? È un fatto storicamente ormai accertato che fosse una “organizzazione paramilitare clandestina promossa dalla NATO”. Cossiga venne messo in stato d’accusa dal partito comunista tutto (eccetto la corrente migliorista, quella di Giorgio Napolitano) e ne emerse pure l’intervento diretto nel “caso Moro”.
Purtroppo devo continuare ad attingere da Wikipedia in inglese, considerato che anche in questo caso, la pagina in italiano non contiene praticamente nulla.
Ma perché la NATO (e quindi Gladio) dovevano interessarsi ad Aldo Moro?
Scrive Gianni Lannes su http://sulatestagiannilannes.blogspot.it/2014/06/kissinger-dallomicidio-moro-giorgio.html

Aldo Moro aveva fatto emanare nel 1975 la legge di ratifica del Trattato di non proliferazione nucleare e intendeva far smantellare all’alleato di Washington l’arsenale atomico in Italia. Aldo Moro si opponeva alla “crescita zero” e alle politiche di riduzione della popolazione, allo scopo di piegare l’Italia ai voleri del “Club di Roma” e del Bilderberg, volti a deindustrializzare il Paese e a ridurne in modo considerevole la popolazione. Moro progettava di dare stabilità all’Italia attraverso la piena occupazione e la pace industriale e politica, rafforzando l’opposizione cattolica al comunismo e facendo in modo che la destabilizzazione del Medio Oriente fosse più difficile da ottenere. Moro si opponeva anche al signoraggio bancario.

Ah, ovviamente anche Michael Ledeen ha avuto un ruolo di primo piano, in quell’occasione.
Agli atti della Commissione Stragi, l’On Galloni (pag. 13):

CORSINI. Lei ha parlato di falchi. Tra questi c’era un esperto di politica europea, al tempo osservatore della politica italiana, che si chiamava Sonnenfeldt, che era lo studioso con il quale Kissinger costruiva la sua posizione?

GALLONI. Non lo ricordo. Certamente i falchi erano della linea Kissinger ed erano gli elementi più violenti della CIA, però con quelle reazioni. Fui ricevuto per tre giorni di seguito: il primo giorno dall’esperto della Segreteria di Stato per la politica italiana; il secondo giorno da quello per la politica europea; il terzo da quello per la politica occidentale. Tutti e tre praticamente mi dissero che c’erano questi problemi e queste perplessità, non certamente nella forma volgare e violenta con cui me lo disse Ledeen in quel dibattito pubblico, ma certamente questi erano gli elementi. Questi elementi Moro li conosceva, perché quando tornai da quella visita gliene parlai subito e lui disse che questa situazione la conosceva: sapeva che non avevano nessuna stima del lavoro che stavamo facendo per la realtà italiana. Quindi questa era la situazione. Che cosa era la P2? A quel tempo non sapevo che si chiamasse così perché non la conoscevo, ma c’erano collegamenti tra ambienti americani e italiani affinché queste ultimi fossero portatori della linea politica sostenuta dagli americani. La P2 emerge infatti nel momento in cui sorge questo pericolo, nel 1968; in seguito si attenua e si manifesta nuovamente quando si cominciò a parlare di Governo di solidarietà nazionale e di dialogo con il Partito comunista.

PRESIDENTE (Pellegrino, n.d.r.). Onorevole Galloni, lei sa che Ledeen, da lei citato, frequentava abbastanza intensamente il Viminale nel periodo del sequestro di Moro?

GALLONI. No, se l’avessi visto avrei detto a Cossiga che era un elemento di cui non fidarsi.

L’argomento di divisione fra “Falchi e Colombe” degli americani era proprio la politica di Aldo Moro. Nello stesso documento, alla pagina precedente, si legge infatti:

Quindi, l’entrata dei comunisti in Italia nel Governo o nella maggioranza era una questione strategica, di vita o di morte, «life or death» come dissero, per gli Stati Uniti d’America, perché se fossero arrivati i comunisti al Governo in Italia sicuramente loro sarebbero stati cacciati da quelle basi e questo non lo potevano permettere a nessun costo.Qui si verificavano le divisioni tra colombe e falchi. I falchi affermavano in modo minaccioso che questo non lo avrebbero mai permesso, costi quel che costi, per cui vedevo dietro questa affermazione colpi di Stato, insurrezioni e cose del genere.

Ad esprimersi in questi termini, secondo l’on. Galloni, fu proprio Michael Ledeen Quindi, Michael Ledeen, che si era manifestato come esponente dei “falchi” della linea Kissinger e CIA, faceva parte del Comitato di Crisi sul Caso Moro. Logico, no?

Nota a margine che sicuramente non è collegata, i verbali del Comitato di Crisi del caso Moro, già dal 1992 non si trovano più
Ah, ma da questi atti emerge un altro nome noto: Henry Kissinger. E già, non poteva essere diversamente. Spulciando nell’archivio storico di “Repubblica” (31/07/1984)

Non è ufficialmente un “indesiderabile, ma poco ci manca. In ogni caso, per l’ ammiraglio Fulvio Martini responsabile del controspionaggio militare (Sismi) Michael Ledeen, cittadino americano con studi in Italia, esperto del nostro paese, storico del fascismo, consulente del dipartimento di Stato, già consigliere di Kissinger e di Haig, grande amico di quel personaggio inquietante che è il faccendiere-ricercato Francesco Pazienza è bene che si tenga lontano dalle frontiere italiane. Anzi, Ledeen, secondo il desiderio manifestato dall’ ammiraglio Martini all’ ambasciatore americano, Maxwell Rabb, non deve più tornare in Italia.

E invece lo ritroviamo fra i consulenti di Matteo Renzi. Che strani i percorsi mentali. Da Renzi, attraverso Ledeen siamo arrivati a parlare di Gladio (CIA e NATO) e poi dell’omicidio di Aldo Moro e adesso Kissinger.
Kissinger. Ne parlò Guerzoni (all’epoca portavoce di Aldo Moro). Sarebbe stato lui in persona a minacciare Moro.

Il 10 novembre 1982, in un’aula del tribunale di Roma, Corrado Guerzoni, il portavoce della vittima, testimoniò che Aldo Moro «fu minacciato da un agente del “Royal Institute for International Affaire” (RIIA), mentre era ancora ministro». Tra il giugno e il luglio del 1982, la vedova di Aldo Moro testimoniò che l’omicidio di suo marito era stato il risultato di una serie di minacce alla sua vita, mosse da qualcuno, che lei definì una figura molto importante della politica degli Stati Uniti d’America.

Quando il giudice le chiese se poteva dichiarare alla Corte cosa aveva detto precisamente questa persona, Eleonora Moro ripeté esattamente lo stesso concetto espresso da Guerzoni: «Se non cambi la tua linea politica, la pagherai cara».A Guerzoni, richiamato dal giudice, venne chiesto se era in grado di identificare la persona, di cui aveva parlato la signora Moro. Guerzoni rispose che si trattava di “Henry Kissinger“, come aveva già detto precedentemente.

Sull’assassinio Moro, tra l’altro, sviluppi di qualche mese fa confermano la mano pesante dei servizi segreti
Kissinger. Chissà perché mi torna in mente “Il mio comunista preferito“. Napolitano prontamente lo corresse, però: “Il mio EX comunista preferito”. E mi torna in mente anche perché, proprio nei giorni dell’omicidio Moro, Giorgio Napolitano volò in USA per un “misterioso viaggio” (entrambi i fatti sono tratti da “I panni sporchi della sinistra” di Pinotti e Santachiara – ed. Chiarelettere)
Quando emerse il caso Gladio (1991), Cossiga era Presidente della Repubblica. Giorgio Napolitano fu talmente “comprensivo” con Cossiga da differenziare la sua posizione da quella del suo partito

Nel maggio 1991 Napolitano differenzia la sua posizione da quella ufficiale del partito, che presenta quattro interpellanze alla Camera contro il presidente della Repubblica. “Ma la mia non è una dissociazione”, spiega. “Esercitiamo però una libertà di critica che discende dal principio della responsabilità politica ‘diffusa’ del presidente della Repubblica”. Ai giornalisti che gli ricordano che proprio la sua corrente si era opposta alla rielezione di Sandro Pertini, portando il Pci a sostenere Cossiga, Napolitano risponde: “Allora Cossiga era presidente del Senato e aveva assolto in modo assai corretto alla sua alta funzione. Si era rivelato una persona aperta al rapporto con tutte le forze democratiche e quindi capace di rappresentare tutto il Paese”.

Anche sulla messa in stato d’accusa, la corrente “migliorista” non era pienamente daccordo

“L’esigenza di porre un limite ai comportamenti inammissibili del presidente Cossiga – scrivono i miglioristi in un comunicato – ci ha visto uniti. Non abbiamo concordato nel ritenere che l’avvio della messa in stato d’accusa del capo dello Stato risulti la risposta valida”. È però “inevitabile che Francesco Cossiga tragga le conseguenze dalla scelta da lui già compiuta di assumere un ruolo politico incompatibile con la funzione di presidente della Repubblica”

e quando Occhietto dichiara (24/01/1992) “Il Presidente della Repubblica è fuori dalla Costituzione”, ancora una volta fa sentire possente la sua voce:

“Tre sono le vie che possono essere percorse: quella dell’impeachment avanzata dal Pds è una; ma un’altra via è quella di sollecitare le dimissioni; la terza è infine quella che si astenga strettamente da interventi impropri”. In ogni caso, “siamo di fronte a una situazione di estrema gravità che si è ulteriormente deteriorata” 
Certo, c’è chi può vedere in questo il timore che l’approfondirsi della discussione possa indurre Cossiga a svuotare il sacco, considerato che il 09/04/2001, alcuni deputati di AN sostennero che Napolitano fosse uno dei vertici di “Gladio rossa” (prontamente smentita, per carità).
Fatto è che il 04 Maggio 2012 alcuni reduci della organizzazione clandestina “Stay behind” (Gladio) chiesero a Napolitano il riconoscimento di “Servitori dello Stato”

Gladio. Gladio e Bilderberg stanno dietro tutte le stragi, dice Ferdinando Imposimato Gladio. Gladio e Juncker Che c’entrerà mai Jean Claude Juncker?

Ebbè c’entra si. Non pensavamo certo che il Lussemburgo (uno dei paradisi fiscali europei) potesse essere immune alla “longa manus” NATO-CIA-Gladio, no? Pretendevamo il “copyright”?
Anche in Lussemburgo è emerso un “affare Gladio”.
Gladio si riteneva fosse stata sciolta, in Lussemburgo, nel 1990.
Non solo si scoprì che così non era, ma anche che Jean Claude Juncker è un agente operativo dei servizi segreti NATO (vedi anche il “Fatto Quotidiano“)
Con tutte le carte in regola, quindi, Jean Claude Juncker, su designazione di Angela Merkel, è adesso “Presidente dell’Unione Europea”, da dove potrà, con meno controlli, agire un po più liberamente.
Renzi, ovviamente, in prima linea nel sostegno a Juncker.
Strano viaggio che abbiamo fatto.
Davvero strani i percorsi mentali. Da Renzi, attraverso Ledeen siamo arrivati a parlare di Gladio (CIA e NATO) e poi dell’omicidio di Aldo Moro, di Kissinger, di Napolitano, di Jean Claude Juncker e, quindi, di nuovo a Renzi.
Ah, già che ci penso… Libero quotidiano scrive:

Zerbino di Angela Merkel. Matteo Renzi indossa i panni di Mario Monti ed esegue (ancora una volta) gli ordini della Merkel. Dopo la vittoria del Pd alle ultime europee, si è acceso lo scontro in Europa per decidere a chi affidare lo scranno della presidenza della Commissione europea. Il blocco dei popolari europei vuole Juncker, ma i socialisti spingono per Schulz. Matteo Renzi, pur essendo col suo Pd la forza più pesante nel partito socialista europeo, sembra che abbia tutta la voglia di assecondare la richiesta della Merkel che vuole Juncker alla presidenza della Commissione. 

Beh, un complottista potrebbe anche pensare che la visione di Libero quotidiano è sbagliata. Un complottista che si rispetti, penserebbe che Renzi, nelle mani di Michael Ledeen e con il supporto di Giorgio Napolitano, non poteva non scegliere Juncker.

Anche perché Juncker, come abbiamo visto, è una persona molto gradita agli USA, ma Matteo Renzi ha moltissimi amici oltreoceano (e Ledeen, suo consigliere, in primis) che potrebbero avergli chiesto la cortesia di sostenere Juncker Altra questione: In Lussemburgo si sosteneva che Gladio fosse già stata sciolta nel 1990 e invece s’è scoperta viva e vegeta. Siamo assolutamente certi che Gladio in Italia non esista più? E se esiste, chi ne fa parte? Senza alcuna necessità di essere “complottisti”, però, non si può non convenire che Matteo Renzi ha davvero amici di cui andare fieri.

Connazionali, scusate se ho turbato qualche minuto della vostra vita. Non preoccupatevi e pensiamo ad altro. Quando comincia “Ballando con le Stelle”?
Twitter: @steal61
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