Caso Catania: la massomafia e la Procura di Catania parte I

Caso Catania. Foto con il giudice Gennaro, il boss Rizzo e un suo prestanome, geometra Finocchiaro

Foto d’epoca emblematica del “caso Catania”. Il Giudice Giuseppe Gennaro con il boss Carmelo Rizzo e il geom. Finocchiaro

Nell’ambito dei Misteri italiani non può mancare il “caso Catania”. Se una delle “entità”  presentate in Misteri italiani è a rischio, le inchieste si insabbiano. Anna Finocchiaro (coinvolta, seppure non investita in pieno) non ha mosso un dito.

Parte seconda →

Sin dagli albori della Prima Repubblica in Sicilia il feeling fra destre, sinistre e centro dal PCI alla DC (inclusa quella dei Salvo Lima) e al MSI ha sempre costituito un patto d’acciaio. Ogni qual volta per una votazione all’ARS si paventavano franchi tiratori (cosiddetti “pecuri ciunchi”, pecore zoppe), nel segreto dell’urna era proprio il PCI a compensare con un ugual numero di voti.

La situazione non è cambiata col volgere dalla prima alla seconda Repubblica. Si sostiene, ad esempio, che alle elezioni regionali del 2008, il PD abbia candidato proprio Anna Finocchiaro contro Raffaele Lombardo per assicurare a Lombardo la vittoria. La Finocchiaro, ormai completamente avulsa dalla realtà locale (salvo che per alcuni dettagli che vedremo nel prossimo post) non era certo un candidato per cui i militanti si sarebbero sfiancati nella ricerca del consenso.

Di certo la sua storia di pompiere e pontiere con Berlusconi e con le destre non contribuisce a dissipare il dubbio. Un articolo apparso su Micromega nel giugno 2007 a firma Giustolisi e Travaglio  lo spiega egregiamente 1:

Carriera fulminea. Praticamente una girandola. Laureata nel 1981 venne immediatamente assunta presso la filiale della Banca d’Italia di Savona. Nel 1982 aveva già lasciato Savona per diventare Pretore a Leonforte (EN) dove restò per tre anni. Nel 1985, infatti, assurse a sostituto procuratore a Catania. Nel 1987 spiccò il volo verso la Camera dei deputati. Li, assisa sulle somme poltrone, parve trovare pace.

Inquadriamo il periodo.

A Catania la mafia non esisteva. O almeno così sosteneva la Procura della Repubblica di Catania. In Procura, a girare sulle cariche erano Mario Busacca, Vincenzo D’Agata, Giovanni D’angelo2, Renato Papa e Giacomo Scalzo. Tutti (Finocchiaro inclusa che lascerà la Procura nel 1987) a orbitare attorno alla sfera carismatica di Giuseppe Gennaro.

La società civile (quella esigua parte consapevole) poteva contare su tre autentici eroi della lotta alla mafia: Pippo Fava, Giambattista Scidà e Giuseppe D’Urso.

Fava è ben noto e non mi soffermo qui perché ne parlerò abbondantemente in altri post.

Scidà era all’epoca Presidente del Tribunale per i Minori e Giuseppe D’Urso docente di pianificazione urbanistica e territoriale all’Università di Catania, Presidente dell’Istituto Nazionale di Urbanistica per la Sicilia. Fu D’Urso a coniare il termine “massomafie” riferendosi esplicitamente al caso Catania (se “avvocatisenzafrontiere.it” non è raggiungibile, qui il pdf della copia cache dell’articolo).

Il “caso Catania” venne quindi portato alla luce da loro. A partire dal 1981: l’appalto per la nuova Pretura affidato a Francesco Finocchiaro (uno dei cosiddetti “cavalieri dell’apocalisse” insieme a Rendo, Costanzo e Graci). Il sostituto Procuratore Anna Finocchiaro, come detto lascerà la Procura di Catania nel 1987.

Di lei crive Scidà3:

Gennaro e D’Angelo, fattisi trasferire dalla Pretura alla Procura della Repubblica, vi hanno a collega, sino all’ ’87, il Sostituto Anna Finocchiaro. Prima di uscire dall’Ufficio, perchè eletta alla Camera dei Deputati, costei tratta, sino alla richiesta di archiviazione compresa, denunce di quel contratto di locazione.

L’oggetto è il contratto di locazione di 245.000.000 di lire annue più 40.000.000 di lire per uso di mobili e utilità stipulato dalla ASL di Catania con l’editore Mario Ciancio Sanfilippo. Una villa per ospitare gli uffici amministrativi dell’ASL.

Mario Ciancio Sanfilippo padrone assoluto dell’informazione siciliana (giornali e TV), vice presidente dell’ANSA, detentore del pacchetto azionario che costituì ago della bilancia nel famoso “lodo Mondadori” e tanto altro. Oggi Ciancio è inquisito per mafia.

Torniamo all’appalto per la Pretura di Catania dal blog di Scidà:

L’appalto di una nuova sede, proprio per la Pretura, in via Crispi, fu denunciato con clamore come variamente illegale: dal prof. D’Urso, Direttore del Dipartimento Urbanistica dell’Università, da un gruppo di architetti e da molti giornalisti; in Consiglio Comunale ne fu fatta critica serrata: ma nessuno si mosse, né la Procura, né i Pretori. Esortato da un giornale ad agire, Gennaro tacque. L’appaltatore trionfò.

Qualche anno dopo al centro della scena c’è il Centro Fieristico di viale Africa, “Le Ciminiere”. Sempre Francesco Finocchiaro l’imprenditore.

L’imprenditore, a dispetto di tante evidenze, che fanno una massa, non viene perseguito per nulla.

[…]

Molti vedono nel sorprendente trattamento dei fatti una grandiosa sequela dell’affare Pretura. L’appaltatore – invulnerato allora, invulnerabile ora – è lo stesso, e il magistrato che imposta il processo, da solo o con altri più giovani, è uno dei Pretori di quel tempo : è il dott. D’Angelo.

Alla fine, nessuno sarà stato punito: né l’imprenditore (morto durante il giudizio di primo grado), né gli altri : perchè a morte sono venuti anche i reati, per prescrizione.

Oggi il Dott. D’Angelo è Procuratore Generale della Repubblica a Messina. Chissà che avrebbe detto Scidà visto si oppose alla sua nomina a Procuratore Capo proprio a Messina. All’epoca strenuamente sostenuta da Gennaro.

Nel ’98 […] fu messo a concorso il posto di Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Messina. Era un affare di estrema importanza per Catania, sotto tre profili :

  • Il Distretto di Messina era territorialmente competente, a’ sensi dell’art. 11 cpp, per tutti i procedimenti riguardanti magistrati in servizio nel Distretto di Catania.
  • Poteva considerarsi imminente una legge di riforma, abolitiva della perniciosa reciprocità, […] il Procuratore che indagasse su magistrati della Procura di Catania, poteva essere indagato dal Procuratore di ques’ultima sede. […] La riforma avrebbe dato agli Uffici messinesi l’autonomia di cui non avevano mai potuto godere, e spogliato Catania della possibilità di comprimerla.
  • Pendeva, a Catania, procedimento per un omicidio di mafia (24/02/1997) per il quale non era stata fatta alcuna indagine, o per il quale era stata chiesta archiviazione degli atti, senza che indagini fossero state compiute. L’affare, di per sé grave in ragione di quelle carenze, andava giudicato gravissimo data l’identità della vittima ed il suo ruolo nella situazione mafiosa di San Giovanni la Punta4 .

Per quel posto di Procuratore Gennaro aveva sostenuto, senza fortuna, un candidato della sua stessa corrente, […], il catanese D’Angelo (già Pretore come Gennaro al tempo della nuova Pretura, e poi dominus, quale Sostituto Proc. Rep. del processo per viale Africa).
Fallito quel disegno, anche per effetto di un esposto tempestivamente giunto da Catania, Gennaro passò a patrocinare la nomina di un catanese, veterano della locale Procura. Una tale nomina avrebbe abolito di fatto l’alterità voluta dal legislatore dell’Ufficio indagante rispetto all’Ufficio di appartenenza dei magistrati indagati.

L’alterità è stata quindi abolita lo scorso anno.

Della foto in testa, che ritrae il giudice Gennaro con il boss Carmelo Rizzo (morto ammazzato nel 1997 e il cadavere è stato bruciato) ne parleremo nella seconda parte del “caso Catania”.

Parte seconda →


1 Trascrizione dell’articolo
2 Dal 2014 è Procuratore Generale della Repubblica di Messina, che ha competenza territoriale nei procedimenti riguardanti i magistrati di Catania. Fatto rilevantissimo!
3 Prima di morire il Giudice Scidà trascrisse in un blog il suo sapere sulla situazione in Procura a Catania. Dal blog di Scidà sono tratte tutte le citazioni di questo post.
4 Un torbido caso di commistione massomassonica fra Giudici di alto livello e mafia di alto livello. Oggetto esclusivo del prossimo post.