Camera di Commercio Ct-Rg-Sr: La storia senza fine di un accorpamento

L’accorpamento Camera di Commercio CT-RG-SR pare ormai destinato a trascinarsi all’infinito. Riavvolgiamo il nastro?
Accorpamento Camera di Commercio CT-RG-SR. Gli attori: Carlo Calenda, Ivan Lo bello, Saro Crocetta e Mariella Lo Bello

Il caso “Camera di Commercio CT-RG-SR”. I fatti seppelliti da urla e strepiti. E pure da interventi non ortodossi.

Con un articolo de “L’Urlo” sono state pubblicate due interessantissime note riservate del Ministero dello Sviluppo Economico 1.

Due note tanto importanti quanto stupefacente è il fatto che siano state ignorate da tutti gli attori della commedia.

Prima di tutto occorre inquadrare il contesto.

Con la nota riservata del 27 aprile 2016 il Direttore Generale rispose a una diffida avanzata dalla “cordata Confindustria” il 23 marzo 2016.

Non era ancora scoppiato il caso Tempa Rossa, quindi probabilmente la diffida era firmata – per Confindustria Siracusa – da Gianluca Gemelli, il compagno del Ministro Guidi.

Il Direttore Generale (al tempo prossimo alla pensione e oggi già in pensione) ha risposto solo dopo che – allo scoppio del caso Tempa Rossa – il Ministro Guidi si era dimessa.

Gli uffici ministeriali che stabiliscono le procedure e ne garantiscono omogeneità su tutto il territorio nazionale hanno impiegato oltre trenta giorni.

Il signor Ministro Calenda ha capito tutto da solo nel giro di pochi giorni?

Le note del Ministero sulla procedura di accorpamento Camera di Commercio CT-RG-SR

Le procedure

Con la nota riservata del 27/04/2016 pubblicata da “L’Urlo” il Ministero entra nel merito della procedura e non rileva alcuna irregolarità, quindi rinvio alla lettura della nota stessa.

Mi preme, però, sottolineare il punto di chiusura. Le organizzazioni della cordata Confindustria avevano, probabilmente, richiesto la rimozione di Pagliaro sulla base del fatto che era (ed è) iscritto nel registro degli indagati.

Questa la risposta del Ministero (il grassetto non è presente nell’originale pubblicato da L’Urlo):

[…] e, comunque, una tale eventuale iscrizione, trattandosi di un adempimento di garanzia, per di più basato su denuncia presentata dagli stessi segnalanti, non sarebbe di per se elemento idoneo a supportare, neppure sul piano dell’opportunità, un eventuale provvedimento di revoca dell’incarico da parte di questo Ministero in adesione alla richiesta degli stessi segnalanti

Ricapitolando, le procedure erano state promosse dagli uffici ministeriali che garantiscono omogeneità di comportamento nel territorio nazionale.

Ma per il Ministro Calenda non sono corrette. Quindi riaprirà tutte le procedure sul territorio nazionale già chiuse secondo le indicazioni degli uffici ministeriali?

Sostituire il Commissario ad Acta e rinviare l’insediamento del Consiglio della Camera di Commercio CT-RG-SR

Con la seconda nota riservata del 02/05/2016 gli uffici ministeriali rispondevano anche alla ipotesi di “super-commissari” e/o sostituzione di Pagliaro vagheggiati da Saro Confindustria (il soprannome del Presidente Rosario Crocetta).

Per cui il “non si è avuto nessun riscontro” scritto dall’Assessore Lo Bello nella lettera del 13 febraio 2017 (pubblicata da Sud Press) è errato!

Qui di seguito lo stralcio del 5° capoverso di pagina 3 della lettera dell’Assessore Lo Bello 2:

Ma gli uffici Ministeriali, con la riservata del 02/05/2016 avevano dato riscontro. Eccome!

Uno stralcio

In ogni caso, assecondare un confuso e indeterminato prolungarsi delle procedure di rinnovo delle nuove Camere, ove non ve ne sia un effettivo motivo non altrimenti risolvibile, può apparire comunque dannoso ovvero strumentale a tali distorte ipotesi, come sostenuto anche in recenti interrogazioni parlamentari ed in alcuni articoli di stampa

Ciononostante, l’Assessore Lo Bello – su spinta di Crocetta – ha rinviato l’insediamento previsto per il 14 febbraio scorso.

Lo ha rinviato al 28 febbraio e adesso, pare, “sine die”.

E lo ha rinviato nonostante, nella stessa lettera inviata al Ministero abbia sostenuto (a ragione) che i controlli effettuati a Catania non hanno avuto eguali da nessuna parte in Italia.

Ed in particolare, non appare superfluo sottolineare che, su richiesta di approfondimento formulata da questo Assessorato, lo stesso Commissario estendeva i controlli campionari, già ritenuti bastevoli dalla norma di carattere generale nella misura del 5%, ad una soglia che, nella maggior parte dei casi, ha raggiunto il 100%.

Non si è a conoscenza, a tal riguardo, di analoghe procedure che abbiano interessato altre Camere di commercio oggetto di fusione e che siano state coinvolte in un numero di controlli così elevato come nel caso di specie. (Stralcio della lettera pubblicata da Sud Press)

Maggiore accuratezza rispetto all’estensione del campione al 100% delle posizioni?

Gli addetti

Innanzi tutto, alcune “definizioni”.

Con “addetti” o si intende il numero complessivo di occupati, sia dipendenti sia indipendenti nella provincia.

Gli addetti indipendenti comprendono l’eventuale lavoro diretto di titolari, di collaboratori familiari etc.

Gli addetti costituiscono un elemento fondamentale nell’attribuzione dei seggi del Consiglio alle Associazioni. È matematicamente dimostrabile che, anzi, il numero di addetti ha un valore doppio rispetto allo stesso numero delle imprese.

Ai fini dell’attribuzione dei seggi, il numero degli addetti viene computato in modo complessivo e aggregato, a prescindere da qualifiche e quant’altro.

In visura camerale vengono presentati così

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È  uno stralcio di visura di Poste Italiane per la provincia di Catania. Viene riportato

  • il numero complessivo degli addetti in tutto il territorio italiano;
  • il numero complessivo di addetti distinto per Comune della provincia richiesta (in questo caso Catania)

Sugli addetti mi soffermo in quanto, essendo una querelle sorta dopo la diffida del 23 marzo, la nota ministeriale del 27 Aprile non ne fa cenno alcuno.

Perché il controllo degli addetti

Per la dovuta pignoleria necessaria nell’accorpamento della Camera di Commercio CT-RG-SR, non si poteva evitare il controllo del numero degli adetti.

E ciò non solo perché elemento doppiamente importante nell’attribuzione dei seggi (come già scritto sopra), ma anche perché:

  1. per poter essere inserite negli elenchi delle “Industrie – piccole imprese”, le aziende devono avere – al massimo – 49 addetti;
  2. in qualsiasi elenco, se una impresa è irregolare, occorre depennare l’impresa stessa e il numero di addetti corrispondenti

Risulta evidente, quindi, che in fase di controllo è assolutamente necessario che per ciascuna impresa sia noto il numero degli addetti.

Come effettuare il controllo degli addetti?

Pur non essendo “Ente certificatore”, InfoCamere riceve trimestralmente i flussi dall’INPS e, come visto nell’esempio sopra, li rende pubblici in visura camerale.

Ogni elenco trasmesso dalle organizzazioni di categoria per la costituzione della Camera di Commercio CT-RG-SR è stato inviato a InfoCamere che ha aggiunto campi di controllo, incluso il numero di addetti.

È stato possibile, quindi, mediante semplice foglio di calcolo con formule complicate effettuare la verifica.

L’intestazione del foglio di calcolo di presentava così. Con i dati di raffronto degli addetti in bella evidenza

click sull’immagine per ingrandire

In questo caso 1.490 addetti dichiarati in più su 4.122 addetti effettivi. Oltre il 36% in eccesso!

Dopo varie colonne di controllo, i dati di dettaglio relativi agli addetti per singola impresa.

Per evitare che, nonostante l’evidenza dell’intestazione, l’effettuata verifica del numero degli addetti potesse passare inosservata, la lettera di accompagnamento menzionava tale controllo al primo punto.

E invitava pure – ove occorresse – a fornire dati di rettifica.

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L’esito delle verifiche

Non risulta che alcuna organizzazione imprenditoriale abbia contestato le cifre fornite sugli addetti. Neppure quella cui appartiene l’esempio di foglio di calcolo in immagine sopra!

Anzi, qualche Associazione della “cordata Confindustria”, nel contestare (a volte a ragione, altre a torto) le altre irregolarità segnalate confermava il numero di addetti con la formula:

[…] e si chiede il reinserimento dell’impresa tra quelle regolari, il ricalcolo degli addetti ([N] dipendenti + [N] indipendenti) e del diritto annuo versato.

[N] rappresentavano esattamente le cifre indicate dal Commisario per la costituzione della Camera di Commercio CT-RG-SR come trasmesse all’organizzazione imprenditoriale.

L’Associazione, quindi, validava esplicitamente il dato fornito.

La disputa sugli addetti: la nota di Unioncamere ad uso e consumo

Rispetto a quanto detto, ci si potrebbe chiedere: «ma allora perché tutto sto casino sugli addetti?»

L’accorpamento della Camera di Commercio CT-RG-SR non è un accorpamento normale.

In nessun senso.

Il 18 Aprile 2016 arrivava una circolare Unioncamere relativa agli addetti.

Lo stesso giorno in cui era stata convocata dalla “cordata Confindustria” una conferenza stampa sul computo degli addetti.

Pura coincidenza, ovviamente.

Dice:

La verifica sul numero degli occupati non può essere effettuata utilizzando il dato sugli addetti pubblicato all’interno delle visure camerali che le Camere di Commercio acquisiscono dall’INPS e poi attribuiscono a ciascuna impresa sulla base di elaborazioni statistiche

Secondo Unioncamere le Associazioni possono dichiarare il numero di addetti che gli pare e nessuno può controllare.

Unioncamere confonde “informazione di sola natura statistica” presente in visura con “elaborazione statistica”. Le Camere di Commercio attribuirebbero gli addetti alle imprese mediante “elaborazioni statistiche”.

Sopra ho inserito uno stralcio della visura di Poste Italiane. I dati sugli addetti, sono “informazioni di sola natura statistica” o il frutto di una elaborazione statistica?

Elaborazione statistica o informazione di natura statistica?

Se una Azienda dice di avere 10 dipendenti nella fascia di età 55-60 anni, è una elaborazione statistica?

Certamente no. È un dato reale e vero. Numerico e quantificato. Essendo un dato aggregato, non specificando le qualifiche, le età precise, il sesso etc etc è una “informazione di sola natura statistica”, ma nessuno può mettere in dubbio la fondatezza numerica e certa dell’informazione.

Ovviamente, essendo una informazione (perché è una informazione) “aggregata” può essere utilizzata solo per finalità ed elaborazioni statistiche.

Dallo stralcio di visura fornito sopra, pare che InfoCamere fornisca una “elaborazione” statistica? Attribuendo con precisione gli addetti per Comune? O non si tratta, piuttosto, di informazioni aggregate utilizzabili ai fini statistici?

InfoCamere riceve trimestralmente per conto del sistema Camerale i flussi da INPS, ma il sistema camerale non è “Ente certificatore”.

Inserisce in visura, quindi, dati “aggregati” e solo numerici. Non si conoscono le qualifiche degli addetti. Non si sa quanti indipendenti siano titolari e quanti collaboratori.

Ovviamente non si conoscono nomi, date di assunzione, di licenziamento e periodi lavorativi.

Ma l’informazione è numericamente certa!

Non è strano che Unioncamere non lo sappia?

Unioncamere e le imprese plurilocalizzate

Fra le … ehm …  imprecisioni di Unioncamere nella nota del 18 Aprile 2016 si legge che le “imprese plurilocalizzate” vedono i loro addetti attribuiti solo alla sede.

Con “imprese plurilocalizzate” si intendono quelle imprese che hanno la sede in una provincia e unità locali in altra provincia.

La maggior parte delle banche, ad esempio.

Monte dei Paschi di Siena ha sede a Siena, ma in tutte le province ha sedi distaccate e sportelli.

Poste Italiane (per tornare all’esempio in visura di cui sopra) ha sede a Roma, ma sedi distaccate, centri operativi e sportelli in ogni comune di ogni provincia.

Ebbene, secondo Unioncamere, gli addetti di Poste Italiane sarebbero – per il sistema camerale – solo attribuiti alla sede di Roma.

Dall’esempio in visura è evidente che così non è.

Risulta dagli elenchi elaborati da InfoCamere che Poste Italiane, al 31/12/2014, aveva 2.325 addetti in provincia di Catania, 551 addetti in provincia di Ragusa e 613 addetti in provincia di Siracusa.

Le organizzazioni di categoria nei cui elenchi era inserita “Poste Italiane” non hanno avuto nulla da eccepire.

Unioncamere disposta a qualsiasi sacrificio sull’altare dell’accorpamento Camera di Commercio CT-RG-SR?

Sulla questione della “veridicità del dato” relativo agli addetti come fornito dal sistema camerale c’è poi altra questione fondamentale: Se non fosse inutilizzabile, nessun accorpamento in Italia, nessun rinnovo di consiglio sarebbe lecito.

Nel procedimento di accorpamento Camera di Commercio CT-RG-SR, ben 33 organizzazioni su 72 (equamente distribuite fra le “cordate”) hanno indicato, quale fonte del dato sugli addetti, InfoCamere/Camera di Commercio/Visura camerale.

È ipotizzabile che una percentuale simile investa sempre e comunque rinnovi e accorpamenti in tutta Italia.

È ovvio che delle due una:

  1. il dato fornito dal sistema camerale in visura non è attendibile: In questo caso nessuna delle organizzazioni che indicano come fonte il dato camerale dovrebbe essere presa in considerazione. L’intero stock di addetti dichiarati andrebbe eliminato e tutti i rinnovi/accorpamenti d’Italia andrebbero azzerati e rifatti;
  2. il dato fornito dal sistema camerale in visura è attendibile: Si può comprendere perché il dato è valido in fase di dichiarazione dell’organizzazione imprenditoriale, ma non utile per la verifica?

Se Unioncamere avesse ragione, sarebbero da rifare tutti gli accorpamenti e tutti i rinnovi dei Consigli camerali d’Italia? O la nota del 18/04/2016 vale solo e specificatamente per i controlli che il commissario per l’accorpamento Camera di Commercio CT-RG-SR ha espletato?

Ma che, a qualcuno il controllo sugli addetti è andato di traverso?

Perché Unioncamere vuole sottrarre la dichiarazione sugli occupati alla possibilità di controllo?

Nell’esempio sopra gli addetti erano maggiorati del 36% e nessuna contestazione è stata avanzata dall’organizzazione imprenditoriale.

26.000 addetti eliminati, lamenta la “cordata Confindustria”. Ma il problema è che siano stati eliminati? Non che fossero stati inseriti in eccesso?

Non si sarebbe dovuto controllarli?

Quindi sbagliati i controlli per … «eccesso di controlli»?

Unioncamere: Arbitro?

Della coincidenza dei tempi ne ho accennato: la circolare è pervenuta lo stesso giorno in cui era stata convocata una conferenza stampa sul computo degli addetti.

È stato l’unico intervento non proprio “super partes”? Certamente no.

Il “Vademecum” Unioncamere ad uso e consumo dell’accorpamento Camera di Commercio CT-RG-SR

Con circolare del 09/12/2015, Unioncamere ha trasmesso, integrandola, la circolare del Ministero n° 39517 del 07/03/2014. Oltre un anno dopo.

In netto ritardo rispetto ad altri accorpamenti d’Italia, ma perfettamente in tempo per inserirsi nel procedimento di costituzione della Camera di Commercio CT-RG-SR.

Nonostante la circolare ministeriale non ne faccia cenno, Unioncamere vagheggia di gruppi lavoro e commissioni per coinvolgere formalmente i Segretari Generali di tutte le Camere interessate

[…]atteso anche che la fonte di conoscenza delle informazioni è costituita principalmente dal registro delle imprese, che ricade sotto la responsabilità e nella materiale disponibilità di ciascuna camera di commercio

Ma come? Unioncamere non sa che il Registro delle Imprese, su base provinciale, è pienamente accessibile da tutta Italia?

E il Commissario ad Acta – nominato dal Ministero “responsabile unico del procedimento” – dovrebbe a sua volta costituire “commissioni”? Per garantire trasparenza o per ingessare il procedimento?

E tutti gli accorpamenti già conclusi sul territorio nazionale? Tutti viziati per scarsa trasparenza? O forse Unioncamere ha stabilito regole a valere solo per la Camera di Commercio CT-RG-SR?

La richiesta di chiarimenti

Parrebbe che l’accorpamento Camera di Commercio CT-RG-SR sia stato il pallino fisso di Unioncamere fin dall’inizio.

Nei consigli camerali l’attribuzione dei seggi ai settori economici avviene secondo una rigida media aritmetica di alcuni dati forniti dal Ministero.

Per ciascun settore, il Ministero fornisce numero di imprese, di occupati e valore aggiunto.

Il calcolo del valore aggiunto viene effettuato da una articolazione della stessa Unioncamere, l’Istituto Tagliacarne.

Nel caso della Camera di Commercio CT-RG-SR l’elemento “valore aggiunto” ha fatto si che venissero attribuiti 4 seggi al settore Industria e 5 seggi al settore Servizi alle Imprese.

Non ho atti, quindi il condizionale è d’obbligo, ma si vocifera di un intervento piccato della presidenza Unioncamere (ottobre 2015) nei confronti dell’Istituto Tagliacarne per giustificare la “lesa maestà”.

Se così fosse sarebbe una gravissima ingerenza che non troverebbe precedenti.

Se Unioncamere fosse davvero intervenuta per chiedere conto del calcolo del valore aggiunto sarebbe la prima volta nella storia.

Tarallucci e vino?

Adesso il ministro Calenda vuole riportare il decreto di accorpamento in Conferenza Stato-Regioni per revocarlo e, comunque, chiede il rinvio dell’insediamento almeno fino al 25 maggio, quando il TAR si esprimerà sul ricorso dell’apparentamento Confindustria.

E perché non attendere, poi, il pronunciamento del CGA?

La “politica” siracusana chiede lo scorporo della Camera di Commercio di Siracusa dall’accorpamento, ma come si farebbe, visto che il numero di imprese attive iscritte non raggiunge il minimo di 75.000?

Fate, fate pure!

Ma le procedure non c’entrano niente!

Nel frattempo resta tutto bloccato. Tutto saldamente in mano ai Commissari di Crocetta, nonostante le preoccupazioni dell’ex Direttore Generale del Ministero che tuonava (nota del 02.05.2016):

In ogni caso, assecondare un confuso e indeterminato prolungarsi delle procedure di rinnovo delle nuove Camere, ove non ve ne sia un effettivo motivo non altrimenti risolvibile, può apparire comunque dannoso ovvero strumentale a tali distorte ipotesi, come sostenuto anche in recenti interrogazioni parlamentari ed in alcuni articoli di stampa

Ma lo vuole “la politica”. Sarebbe opportuno conoscere le vere ragioni della “politica”, ma la “politica” può volere senza spiegare.

E i danni?

Già. Quasi due anni di procedimento che ha impegnato tre Camere di Commercio, la Regione, il Ministero, Tribunali Amministrativi e Procure?

Chi paga il costo? Chi risponde del danno erariale? Calenda? Crocetta? Lo Bello?

E per una procedura che gli uffici ministeriali hanno definito regolare, poi?

E i danni a chi – solo per aver svolto il compito assegnato – apprende di essere indagato e si ritrova citato dalla stampa? Chi li paga?


Note

1 Le note riservate del MISE pubblicate da “L’Urlo” in download anche qui in modo separato. Nota del 27.04.2016nota del 02.05.2016 

2 La lettera del 13 febbraio 2013 dell’Assessore Lo Bello al Ministero pubblicata da Sud Press.