Enzo Bianco. Il renzianissimo ex Ministro dell’Interno sindaco di Catania e la “sua” legalità

Enorme la pressione mediatica sulla Raggi. Giusto! Ma del Sindaco di Catania Enzo Bianco, non ne parla nessuno? I Comuni vengono sciolti per molto meno!

Enzo Bianco

Enzo Bianco il renzianissimo Sindaco di Catania ex Ministro dell’Interno. Strana gestione della cosa pubblica, ma  a scriverne sono solo alcuni giornali on line locali.

La premessa

Non sono un fan di Virginia Raggi. Secondo me ha commesso molti errori. Troppi, forse. E su Daniele Frongia – ex vicesindaco e attuale “semplice” assessore allo sport – non mi esprimo per evitare querele.

Ciononostante non posso non rilevare lo strabismo della stampa. La Raggi è sotto la lente di ingrandimento (giustissimo, se pensiamo alla libertà di stampa), ma di un ex Ministro dell’Interno (renzianissimo) nessuno ne parla. Sbagliatissimo, se la stampa fosse davvero libera.

Era l’ottobre 2015 quando ho espresso alcune perplessità sull’amministrazione Enzo Bianco a Catania.

Erano perplessità relative a:

  • imbarazzanti sostegni elettorali;
  • inopportune collaborazioni fra l’Amministrazione comunale e aziende controllate da cosche mafiose;
  • strane gestioni di parcheggi, spiagge libere e solarium.

Parcheggi, spiagge libere, solarium e dintorni

Nel 2016 l’appalto venne aggiudicato ancora dalla ditta Fraggetta Fabio & c. S.a.s.

Alcuni “alzarono il sopracciglio” e, a distanza di settimane, viene avviato il procedimento di revoca «per l’emergere di condizioni ostative e non solo». L’aggiudicazione venne assegnata alla seconda classificata: Caffè Napoleon.

Ad accompagnare le autorità (assessore alla Legalità incluso) nel sopralluogo di apertura dei solarium c’erano Orazio Buda e Alfio Vecchio

Alfio Vecchio: coinvolto nell’operazione contro i Cappello denominata Prato Verde.

Orazio Buda: sotto inchiesta perché accusato di avere imposto i propri servizi al lido La cucaracha. Cugino del boss del clan Cappello Orazio Privitera, detenuto al 41 bis, e pluripregiudicato egli stesso. Gestiva e controllava il “regolare funzionamento” dei parcheggi comunali.

Scrive “Meridionews“:

Blocchetto delle ricevute in mano, all’ingresso delle aree di sosta degli stabilimenti balneari comunali c’è un parente di Orazio Privitera, capo del clan Cappello.

Gran bel salto di qualità. Fosse stato un altro sindaco sarebbe stato messo in croce, ma si tratta di Enzo Bianco, il paladino della legalità.

La telefonata di Enzo Bianco a Ciancio Sanfilippo

Enzo Bianco aveva annunciato la sua candidatura a sindaco di Catania e il 18 Aprile 2013, da una utenza telefonica del Comune di Catania telefonò a Mario Ciancio Sanfilippo, il potentissimo monopolista dell’informazione a Catania e non solo.

Il fatto è di per se insolito. Enzo Bianco era solo un candidato come altri. A tutti i candidati erano assicurate linee telefoniche comunali per l’esercizio della campagna elettorale?

La telefonata: L’intercettazione

Da “Il Fatto Quotidiano“:

“Ti volevo salutare – dice (Bianco, n.d.r.) – mi pare che ieri…”. Ciancio risponde pronto: “Poi ci vediamo, è andato tutto secondo le previsioni”. “Esattamente – replica Bianco – come ti avevo detto, come vedi sono…”.

“Ma lo avevo detto ieri sera questo, non so se ti è arrivato il mio giudizio, che inizialmente ero preoccupato perché D’Agata non aveva detto con chiarezza che si asteneva”, spiega l’editore. “No, assolutamente”, dice l’ex ministro dell’Interno, che poi si avvia a concludere la telefonata, ricordando al suo interlocutore che sabato aprirà la sua campagna elettorale.

Ciancio, da padre padrone dell’editoria catanese, ovviamente ne è al corrente e infatti tranquillizza il futuro sindaco: “Ho già autorizzato la, la Giuffrida (Michela Giuffrida, ex direttrice dell’emittente Antenna Sicilia, poi eletta europarlamentare del Pd ndr) a fare l’articolo”

In Commissione antimafia, Enzo Bianco ha sostenuto di non sapere che Ciancio Sanfilippo fosse indagato per mafia, ma … è credibile?

Un “paladino dell’antimafia e della legalità”, poi? Come fa a garantire la legalità se “non sa”? E da ex ministro dell’Interno? Non sa?

Curioso!

Un sindaco del Movimento 5 Stelle sarebbe stato messo in croce da tutti i media.

Enzo Bianco, invece, va alle comparsate della Gruber per parlare di immigrazione. Nessuno chiede. Nessuno si interroga.

Nessuno lo trova bizzarro?

La telefonata: Chi è Mario Ciancio Sanfilippo

Ho già scritto che Mario Ciancio Sanfilippo è il potentissimo monopolista dell’informazione a Catania e non solo, ma questo non è sufficiente a descrivere il personaggio.

Era considerato “Il quinto cavaliere(1), insieme ai quattro denunciati da Pippo Fava: Rendo, Costanzo, Graci e Finocchiaro.

REPORT di Milena Gabanelli ne parlò il 15 marzo 2009 (2).

Ciancio Sanfilippo si sentì offeso e querelò ma (purtroppo per lui) nel 2012 la querela venne respinta dal Tribunale di Roma. Nessuna falsità, quindi. Solo “Cronaca”, seppur graffiante.

Proprio la cronaca che manca, essendo ormai l’Italia al 77° posto nella classifica della libertà di informazione.

Ciancio aveva chiesto 10 milioni di Euro di risarcimento da devolvere in beneficienza. Perfino il beneficiario si sentì offeso.

Mario Ciancio Sanfilippo sarebbe stato citato pure in alcuni stralci di vecchie intercettazioni depositate agli atti dell’inchiesta “Gioco d’azzardo” tra l’imprenditore indagato per mafia Antonello Giostra e un ignoto interlocutore (2 – 3).

Giostra diceva di avere incontrato Mario Ciancio il quale gli avrebbe mostrato terreni di circa 300 mila metri quadrati nei pressi dell’aeroporto di Fontanarossa e gli avrebbe garantito tutte le autorizzazioni possibili e immaginabili, senza pretendere una lira fino all’inizio dei lavori.

L’articolo è del 2009.

Quindi il “paladino della legalità” Enzo Bianco non sapeva chi fosse Mario Ciancio Sanfilippo?

Eppure Ciancio era stato incriminato già nel novembre 2010!

Enzo Bianco cambi mestiere!

Fosse stata Virginia Raggi – che pur non può vantare la sua “competenza” – sarebbe stata lapidata in pubblica piazza.

La telefonata: Il PUA

L’oggetto della telefonata, secondo gli inquirenti, era il PUA (Piano urbanistico attuativo). Un megaprogetto. Migliaia e migliaia di metri cubi di cemento colati sul lungomare sabbioso di Catania (4). Di certo, comunque, il progetto era di enorme interesse per Ciancio Sanfilippo

Del “PUA e dei suoi investitori ignoti (fondi lussemburghesi) se ne è occupata (con risultati insoddisfacenti) la commissione antimafia presieduta dalla Bindi.

La società attuatrice del “PUA” di Catania è “Stella Polare”.  Neppure la Commissione Antimafia è riuscita ad accertare chi siano i soci e i finanziatori. Complici i “non so” di Enzo Bianco:

Ho chiesto se era a conoscenza delle intercettazioni dove la segretaria personale di Ciancio diceva all’editore catanese che l’allora Presidente del Consiglio Comunale Marco Consoli, oggi vicesindaco della giunta Bianco, avrebbe indirizzato i voti a favore del PUA. Anche a questa domanda Bianco non ha voluto rispondere.

La sua difesa è stata basata sulla campagna elettorale, ed ha confermato che i suoi consiglieri comunali hanno votato astenuto e che il PUA approvato da Bianco è totalmente diverso da quello di Stancanelli”.

Durante questo incontro si è vista la palese difficoltà di Bianco a rispondere, che ha cercato in tutti i modi di sfuggire alle domande. Ma cosa ben più grave lui ha negato di sapere che quando ha telefonato a Ciancio lui sapesse che l’editore fosse indagato per concorso esterno in associazione mafiosa. A me questa ecco sembra una vera e propria presa in giro, perché anche i sassi sapevano che Ciancio era già indagato da 3 anni.

Da Radio Radicale, l’intera registrazione dell’audizione.

Ci si chieda cosa sarebbe accaduto se a deporre non fosse stato Enzo Bianco, ma Filippo Nogarin o Chiara Appendino. Dio ne scampi se fosse stata Virginia Raggi.

Nessun servizio. Nessuna “Prima pagina”.

Il PUA: l’ing. Paolo Di Loreto

 «Carneade! Chi era costui?»

L’Ottavo capitolo dei Promessi Sposi si apre con questa celebre frase.

Ma l’ing. Paolo Di Loreto è uno stimato professionista.

Vanta incarichi di prestigio, quali vari Piani Regolatori Generali in diversi comuni della provincia di Catania. Mega progetti come l’espansione del parco commerciale “I Portali”.

Ed è pure il progettista del PUA di Catania.

Di Loreto e i detrattori

Ovviamente un professionista così affermato conta anche detrattori.

C’è chi (come “Popoff”) lo vuole fra i 26.410 massoni d’Italia.

A nulla vale il ribattere che in quell’elenco (ormai consolidato) ci sarebbero pure defunti e massoni “in sonno”.

È facile, per i complottisti, sostenere che non tutti sono defunti e non tutti sono “in sonno”. Di Loreto ne sarebbe la prova.

Giambattista Scidà fra i detrattori

Nel computo dei detrattori va annoverato il compianto Giambattista Scidà (5)  che di lui e della sua società con il boss mafioso (morto ammazzato) Carmelo Rizzo scriveva:

era conclamato: dalle affermazioni di lui, Rizzo; da una sentenza 23/05/2006 n. 6350/06 reg. sent. del Tribunale di Monza sezione di Desio, e da innumeri altri elementi: Rizzo ci era entrato attraverso la moglie, a proposta del socio Di Loreto; e a causa dell’esserci entrato lui, Rizzo, e del suo spadroneggiare, ne era voluto uscire il socio Finocchiaro. Nel procedimento per misure di prevenzione il fatto che Rizzo fosse socio della Di Stefano era emerso, pacificamente, senza contraddizione.

Lo ammise pure il socio Di Loreto quando sporse querela contro Gianmarco Chiocci per un articolo su “Il Giornale” 3 :

il querelante Di Loreto, dolendosi che quel suo consocio nella “Di Stefano” fosse stato detto mafioso, pur senza essere mai stato condannato come tale: ma il giudice assolse

I consiglieri segnalati dall’antimafia

Un totale di cinque rappresentanti di circoscrizione e comunali con fratelli e genitori alle prese con inchieste e arresti. La Prefetta Maria Guia Federico, ascoltata in Commissione antimafia ha confermato.

Abbiamo fatto uno screening su tutti i consiglieri comunali e di circoscrizione e i loro parenti fino al terzo grado. Non è emerso nessun fatto e circostanza nuova rispetto al periodo del voto. Era tutto già così al momento della loro elezione

E siccome «era tutto già così al momento della loro elezione», secondo la Prefetta

non sussistono le condizioni per effettuare l’accesso agli atti del Comune di Catania

L’assessore Girlando

Ex assessore e uomo di punta della giunta Bianco. Girlando è accusato di concussione aggravata per avere minacciato una ditta, poi fatta fallire, per cercare di condizionare il voto del consigliere comunale Manlio Messina.

…perché, in qualità di Pubblico Ufficiale ed in particolare di Assessore al bilancio e alle società partecipate del Comune di Catania, abusando della sua qualità nell’ambito della definizione della transazione dell’importo di euro 3.989.633, 39 tra l’Ente Pubblico e l’Ati costituita da Enel Sole srl-Siram spa-Simei spa e Cogei srl, compiva atti idonei e diretti in modo non equivoco a costringere Chirieleison Salvatore Gianluca, direttore generale della Simei spa, a promettere la propria indebita intercessione nei confronti del Consigliere Comunale di minoranza Manlio Messina affinchè lo stesso non ostacolasse l’approvazione da parte del Consiglio comunale della delibera di Giunta cd “Sostare” proposta da Girlando.

Evento non verificatosi per cause esterne alla sua volontà ed in particolare per la resistenza della persona offesa. Con l’aggravante di aver cagionato alla persona offesa, Chirieleison Salvatore Gianluca, un danno patrimoniale di rilevante gravità consistito nell’ammontare della transazione suddetta non stipulata, pari ad euro 3.989.633, 39. In Catania, il 17.02.2016”.

La tentata concussione era stata intercettata.

Di ieri 2 febbraio 2017 una interrogazione parlamentare del Movimento 5 Stelle al Ministro dell’Interno.

La “gestione” del personale

Il “caso Girlando” – con i suoi tre mesi di intercettazioni (da aprile a luglio 2016) – ha portato alla luce un sistema maleodorante di indebite pressioni anche sui funzionari.

Roberto Politano era il dirigente dell’ufficio Risorse umane. Ha gestito “ad interim” la ragioneria.

Parlando con il collega dell’ufficio lavori pubblici Corrado Persico si sfoga:

Ogni giorno della mia vita mi prendono per il culo

Mi chiamano solo per farmi la telefonata e poi fanno ugualmente quello che devono fare loro

E gli racconta pure come sia spesso costretto a firmare le delibere durante le riunioni di Giunta, senza avere quindi il tempo neppure di leggerle.

Quelle stesse delibere che il Consiglio Comunale è costretto ad approvare con carattere d’urgenza, senza avere il tempo materiale per approfondirle.

Politano “sotto controllo”

Ma Politano era attenzionato dagli occhi vigili di Girlando e della Segretaria Generale, Antonella Liotta:

Antonella: Pronto?

Girlando: Antonella, mi hai cercato?

Antonella: sì sì no mi sono fatta un …(incomprensibile)..con l’avvocato Liuzzi.

Girlando: sì

Antonella: ..e poi ho saputo incidentalmente, non ti dico come l’ho saputo, che pare che nella stanza del Ragioniere ci fossero la Cicchello, la Mancuso eee…l’altra la, insomma le tre donne

Girlando: sì

Antonella: Pare che il ragioniere abbia detto che non vuole essere disturbato, a Giordano non lo hanno fatto entrare e poi anche dice che c’era Bruno.. io quando l’ho saputo, ho mandato i vigili dicendo non mi risponde Politano. Per favore andate voi perché ho bisogno urgente di parlargli…ma quando dei vigili sono arrivati

Girlando: sì c’era Bruno, l’ho visto io Bruno. L’ho visto io che c’era Bruno.

Antonella: cioè ma a te ti pare normale

Girlando: non non mi pare …non …non so che cosa…ora chiedo alla Cicchello che cosa caspita c’era questa riunione ora lo faccio subito…va bene no io ho visto io…no io non ho visto la riunione con loro due ho visto che c’era Bruno…(incomprensibile)

Antonella: ma Bruno…però io ho bisogno di sapere perché se questo esercitava come dire è un suo diritto cioè della serie se tu non mi hai pagato i 100.000 euro che lui ritiene un suo diritto, benissimo …(incomprensibile)…ma se tu gli fai vedere le carte del comune…

Girlando: ora te

Antonella: …e cambia tutto

Girlando: ora mi accerto sono qua ora che passo dalla Cicchello glielo chiedo alla Cicchello

Antonella: ok

Si salutano.

Cinque minuti dopo si verifica una nuova telefonata tra i due, anche questa intercettata. Secondo quanto scrivono i carabinieri, è questa l’occasione in cui la Liotta e Girlando decidono di fare rimuovere Politano dal suo incarico di ragioniere generale.

Antonella: pronto

Girlando: allora lui era qui per problemi…per problemi suoi …punto…e va be..l’unico problema suo e quello…quella vicenda che ci riguarda…e non si e poi le signore sono entrate perché il do…a quanto mi si viene riferito il dottore Politano gli ha detto che dato che gli avevano fatto delle domande sul bilancio sulle cose nei giorni scorsi lui ne ha approfittato per farsi dare lumi da cotanta scienza

Antonella: e se li doveva fare dare proprio da Bruno?

Girlando: si

Antonella: va bene questo deve saltare allora da lì…non si può aspettare neanche un giorno ancora

Girlando: esattamente

Antonella: qua e quello gli porta le carte a Caserta, ma è cretino?

Girlando: esattamente

Antonella: nooo…tu che sai …uno una persona la difende fino a quando è difendibile…ma questo sonooo…

Girlando: no ha …non ha…non ha

Antonella: quella porta le carte a Caserta!!! Cioè noi in una situazione come questa che stiamo sca…scalando le montagne lisce!! …Giuseppe incominciamo a puntare chi ci mettiamo provvisoriamente eh!…a questo punto..le nostre carte…

Girlando: meglio Gullotta guarda, meglio Gullotta

Antonella: a questo punto le nostre carte sono nella mani di nessuno

Girlando: assolutamente meglio Gullotta guarda…meglio il cliente tranne ee…

Antonella: cioè non…mi metto io

Girlando: …(incomprensibile)…non è comu

Antonella: ma se noi momentaneamente ci mettiamo a Belfiore, anche se c’è quel problema dell’anticorruzione?

Girlando: ma lui non ha una inchiesta in corso..com’è combinato?

Antonella: abbiamo il problema che finiamo sulle pagine dei giornalisti

Girlando: no no no grazie che che c’è dopo a lui che ha …(incomprensibile)…

Antonella: e allora gli si da la direzione per un mese e lo si alleggerisce a Politano perché…

Girlando: sì

Antonella: sì ma dopo di che a Gullotta gli si deve dire che non si deve chiamare a Franco Bruno va

Politano commissariato

Il 17 maggio 2016 Girlando decide per il commissariamento interno degli uffici: devono sbrigarsi a preparare i documenti, le scadenze sono vicine.

Il 18 maggio, il ragioniere Politano è negli uffici degli investigatori per essere interrogato.

E mentre si trova lì lo chiama Girlando. Alla scrivania di Politano l’assessore ha temporaneamente fatto sedere alcune persone, gli dice il politico oggi imputato. (Meridionews).

Quelle multe non s’hanno da applicare

IPI-Oikos avevano l’appalto di raccolta e smaltimento dei rifiuti. Nell’agosto del 2014 erano state oggetto di interdittiva antimafia e commissariamento prefettizio. Atti firmati dalla prefetta Maria Guia Federico, la stessa che non ha ritenuto di nominare la Commissione di accesso al Comune di Catania (vedi sopra: I consiglieri segnalati dall’antimafia).

Interdittiva e conseguente commissariamento sono stati poi annullati dai tribunali amministrativi perché

i provvedimenti impugnati non appaiono assistititi da motivazioni convincenti e sufficienti

Nel frattempo, però, la gestione commissariale aveva prodotto inadempienze contrattuali con il Comune di Catania. La dott.ssa Balsamo aveva quantificato la multa in 18 milioni di Euro e il dott. Cocina (a capo del servizio ecologia e nettezza urbana) aveva predisposto le determine.

Ma le multe “non si dovevano applicare” e quindi iniziano le pressioni e le ingerenze.

Liotta: liberarsi della dott.ssa Balsamo

La Segretaria Generale Antonella Liotta pressa il dott. Cocina affinché si liberi della dott.ssa Balsamo e non firmi i provvedimenti di irrogazione delle multe.

Cocina risponde che lui non avrebbe rimosso la Balsamo e che, semmai, avrebbe dovuto provvedere d’imperio la stessa Segretaria Generale.

Cocina, quindi, firma ed emette i provvedimenti di multa.

Bianco: “Ne va della sua condizione”

Altra telefonata il dott. Cocina la riceve rìdirettamente da Enzo Bianco che gli rammenta di avere accolto Salvatore Cocina con le migliori intenzioni, ma ora lui vuole fare il cane sciolto, vuole fare di testa sua e questo non va bene.

Le multe milionarie ai Commissari prefettizi? “Che mi multa lo Stato?” Devono essere annullate! E alla fine della telefonata la neppure tanto velata minaccia: “Ne va della sua condizione. O cambia immediatamente atteggiamento o se ne torna alla Regione” (6).

Come è andata a finire?

Le multe non sono state irrogate perché i provvedimenti di Cocina sono stati annullati direttamente dalla Segretaria Generale Antonella Liotta.

La Balsamo è stata trasferita all’ufficio contratti e Cocina è stato licenziato ha dato le dimissioni per altro incarico. È proprio tornato alla Regione (6).

Questa è la Catania di Enzo Bianco.

Ripeto e riaffermo: verso Virginia Raggi non nutro molta simpatia e le persone con cui ho interloquito in privato mi sono testimoni.

Alla mia coscienza devo, tuttavia, porre una domanda: Cosa sarebbe accaduto se al posto di Enzo Bianco ci fosse stata Virginia Raggi?

E dire che questi sono solo gli accadimenti che ricordo. Probabilmente ce ne sono altri.

Forse no.

Ma gli elementi elencati non sarebbero sufficienti per un paio di anni in prima pagina?


1 PDF dal link da http://www.peacelink.it/ non più disponibile se non con password

Comunicare se un link qualsiasi non dovesse funzionare. Tutti i collegamenti esterni sono stati salvati in pdf. Posso metterli a disposizione in qualsiasi momento

3 Articolo originale: http://www.antimafiaduemila.com/home/primo-piano/14236-report-su-catania-i-vicere-di-casablanca.html?showall=1&limitstart=

4 Catania ha un lungomare sabbioso verso sud (la “Playa”) e un lungomare a scogliera nera verso nord. Dal centro di Catania (dalla Stazione centrale, praticamente) si dipartono a sud una spiaggia sabbiosa e a nord una scogliera lavica rocciosa)

5 Giambattista Scidà – defunto Presidente del Tribunale dei Minori a Catania – e Giuseppe D’Urso coniarono il termine “massomafia”. In esso comprendendo quella commistione fra Massoneria, Procura di Catania e mafia che imperversava (e, forse, ancora imperversa come fossemalattia epidemica) a Catania. Ne ho accennato nei precedenti post massomafia 1 e massomafia 2. Alla morte di Giambattista Scidà è stato cosstruito in “blog” postumo con tutte le sue conclusioni: https://scida.wordpress.com/ 

6 Annotazioni di QT Sicilia alla cortese riproposizione e ripubblicazione di questo stesso post.