PIL (Prodotto Interno Lordo). E se avesse ragione Lorenzo Fioramonti?

Il PIL. Tutti i santi giorni giornali e telegiornali ripetono che deve crescere. Ma è vero? Può crescere all’infinito? E se fosse tutto sbagliato? Se Lorenzo Fioramonti avesse ragione?

PIL (Prodotto Interno Lordo) - Lorenzo FioramontiIl PIL deve crescere. Il PIL cresce poco. Il rapporto debito/PIL. Il rapporto deficit/PIL. Ma cosa è davvero il PIL? Chi e perché ha stabilito la sua onnipotenza? Lo spiega il libro di Lorenzo Fioramonti. E mette in serio dubbio il suo valore universale.

Di Lorenzo Fioramonti è stato detto di tutto, compreso il fatto che sarebbe al soldo di fondi d’investimento legati a Soros o alla famiglia Rothschild.

In un post Facebook ha seccamente smentito, ma a dire la verità c’erano già prove empiriche della falsità degli addebiti.

La prova empirica

Basta guardare la puntata di “Otto e mezzo” del 3 febbraio 2018, ad esempio. Lili Gruber all’inizio tiene a precisare che la De Romanis lavora con Carlo Cottarelli all’Osservatorio sui conti pubblici, per sottolinearne la professionalità e l’imparzialità.

Ha, però, omesso di precisare che Veronica De Romanis è moglie di Lorenzo Bini Smaghi (membro del comitato esecutivo della Banca centrale europea dal giugno 2005 al 10 novembre 2011) e ha scritto un libro: “L’auterità fa crescere”.

A giudicare da un articolo rinvenuto in internet, tra l’altro, probabilmente la De Romanis fa riferimento all’austerità degli altri. Lo stile di vita suo e dei suoi non pare proprio la rappresentazione dell’austerità

Quindi possiamo immaginare che non sia l’emblema della obiettività?

Credo di poter dire che si è assistito a uno dei punti più bassi mai raggiunti dal giornalismo italiano.

Fioramonti ha dimostrato una enorme capacità di autocontrollo, ma basta vedere la puntata per verificare che non esagero. Entrambe, Gruber e De Romanis parlavano contemporaneamente sovrapponendosi a Fioramonti per impedire che spiegasse il programma economico. La Gruber ne sbaglia il cognome e perfino enfatizza l’errore, mentre lo chiama Fioravanti.

Anche le prese di posizione della Banca Centrale Europea, del Fondo Monetario Internazionale eccetera dimostrano che non sembrano proprio entusiate delle ricette economiche del Movimento 5 Stelle.

Il libro di Lorenzo Fioramonti: Presi per il PIL

Spinto dalla curiosità di capire, ho comprato e letto il libro scritto da Lorenzo Fioramonti “Presi per il PIL” pubblicato nel 2017.

Da una parte diventa chiara l’avversione verso Fioramonti delle strutture economiche mondiali, dall’altra – a meno di ignoranza o malafede – è incomprensibilie l’ostilità di chi vuole vivere in una Europa diversa.

Il PIL: il numero onnipotente

Il PIL viene considerato la misura del benessere di una Nazione e la nascita del concetto moderno di questo parametro risale al 1934.

Simon Kruznets: il primo avversario del PIL

La misura del reddito nazionale teorizzata da Simon Kruznets ha consentito agli Stati Uniti di migliorare le sue condizioni economiche e di individuare il momento opportuno per entrare in guerra.

Si sostiene che l’invenzione del PIL abbia permesso agli Stati Uniti di vincere la guerra al pari dell’invenzione della bomba nucleare.

Ma fu lo stesso Kruznets il primo avversario della sua stessa invenzione.

È una questione di priorità. In un Paese economicamente allo stremo ma che deve affrontare una guerra, il benessere della popolazione coincide con il benessere della Nazione.

Kruznets spiegò che ogni Stato e a seconda della contingenza avrebbe dovuto creare la sua propria misura del benessere nazionale. Avvisò anche che avrebbe creato disuguaglianze.

Purtroppo due elementi hanno contribuito a renderlo un “numero magico” e immodificabile.

Da una parte il fatto che avesse contribuito in modo determinante alla vittoria americana in guerra e dall’altra proprio le disuguaglianze che favoriscono l’accentramento della ricchezza. Quella classe economica e finanziaria che si avvantaggia da questo tipo di misurazione non è certo inclune a modificare lo “status quo”.

Una misura basata sulla mercificazione

Il PIL misura tutto ciò che viene scambiato con moneta a valore di mercato.

Prendo a prestito alcuni esempi dal libro di Fioramonti:

  • il lavoro domestico o l’assistenza volontaria ad anziani e bambini non entrano nel computo del PIL, ma diventano rilevanti se remunerati
  • una foresta non riveste alcun valore finché non viene abbattuta e il legname venduto
  • se coltivi il tuo orto non produci PIL perché non c’è scambio economico e il prodotto della terra, in se, non è conteggiato. Per compartecipare alla ricchezza nazionale i pomodori devi comprarli. Meglio se già in scatola. Meglio ancora se anziché cucinare vai a mangiare al ristorante.

Il PIL, quindi, non attribuisce alcun valore alle risorse naturali finché non vengono sfruttate economicamente.

Vengono presi in considerazione gli scambi all’interno di un confine geografico, a prescindere dalla nazionalità dell’effettivo fruitore.

Per questa ragione Paesi estremamente poveri possono “vantare” un PIL elevato.

L’uranio estratto in Niger viene conteggiato nel PIL nigerino, anche se la popolazione non ne ha alcun beneficio. Le miniere sono francesi ed è AREVA a trarne il profitto.

Il petrolio nigeriano viene estratto da ENI e SHELL. La Nigeria è fra i Paesi a più alta crescita economica, ma la popolazione non ne ha alcun beneficio.

E dalle notizie degli ultimi giorni abbiamo appreso della tangente pagata da ENI ad alcuni componenti il Governo nigeriano. Ebbene, dal 2015 anche le attività illecite entrano a pieno titolo a incrementare il PIL, quindi anche la mazzetta contribuisce alla “ricchezza” della Nigeria. Ovviamente il profitto va altrove.

Lorenzo Fioramonti, uno dei fieri oppositori del PIL

A partire da Kruznets, si è ampliata la fronda contro il concetto corrente di PIL quale misura del benessere delle Nazioni.

Lorenzo Fioramonti è fra questi.

Per portare un esempio, con lo sfruttamento sfrenato, quanto dureranno le risorse naturali non rinnovabili? Petrolio per primo. E quando il petrolio, il carbone e le altre fonti fossili di energia finiranno? Ormai si tratta di pochi decenni.

Ci dicono che gli Stati devono risparmiare per i nostri figli, che l’austerity è necessaria perché negli anni 50-70 abbiamo sprecato.

Vengono colpevolizzate le generazioni che con le pensioni “facili” hanno reso impossibile l’aspirazione a una pensione per le generazioni future.

Perché l’esagerato sfruttamento di risorse naturali limitate si ritiene non abbia impatto alcuno sui nostri nipoti?

E che dire dell’altro elemento che lo stesso Kruznets aveva additato quale pericolo?

Le disuguaglianze aumentano. La povertà aumenta e la ricchezza è concentrata in sempre più poche mani.

Lorenzo Fioramonti è fra quelli che contestano l’attualità e la sostenibilità del PIL.

Di fronte a materie prime limitate (quelle naturali) non si può teorizzare l’illimitata crescita economica secondo il parametro del PIL.

La risposta del liberismo

Secondo la teoria liberista, la limitazione di risorse naturali e il loro prossimo esaurimento non è un problema.

“A fronte della carenza delle materia prime il mercato alzerà i prezzi, così rallentando il processo”.

Ci si rende conto che così l’accesso alle fonti di energia sarà a disposizione solo di chi ha accumulato ricchezze sfruttando il parametro sbagliato del PIL?

Un cambio di paradigma

Se davvero Fioramonti è il “consigliere economico” di Di Maio, se davvero dovesse essere il Ministro dell’Enonomia e Finanza del Movimento 5 Stelle allora tutto torna.

È perfettamente coerente l’eliminazione dell’uscita dall’Euro (eliminata, tra l’altro, da TUTTI i programmi di TUTTE le forze politiche).

È perfettamente coerente Di Maio quando sostiene che l’Europa è la nostra casa, ma vuole intervenire sui trattati economici.

Geograficamente i continenti sono cinque e l’Italia è parte del continente europeo.

E se davvero e con forza un Governo ponesse in discussione i criteri di calcolo del benessere di una Nazione?

Con la Gran Bretagna fuori dall’Europa economica (non certo quella geografica) l’asse dei “Paesi forti” si rompe.

Non sarà un caso che George Soros stia tramando per sovvertire il “Brexit”?

Le probabilità che, non certo immediatamente, il “dogma” del PIL possa essere modificato non sono remote.

I Paesi del sud Europa (Portogallo, Italia, Grecia e Spagna) sarebbero avvantaggiati.

Ma anche i Paesi del Nord (Svezia, Finlandia, Norvegia …) potrebbero sposare l’idea.

In fondo anche a loro l’attuale concetto del PIL sta stretto. Sono Paesi in cui il benessere VERO della popolazione ha una rilevanza fondamentale. A rimanere isolati sarebbero solo Francia e Germania!

Le élites finanziarie contro Fioramonti

Ecco. Seguendo questo filo logico tutto ha un senso.

Le élites finanziarie che hanno costruito l’Europa economica a loro uso e consumo sentono la struttura tremare dalle fondamenta.

Il PIL, l’elemento fondante di questa Europa economica e delle disuguaglianze, potrebbe essere messo in discussione!

Le reazioni della De Romanis, del Fondo Monetario Internazionale, della BCE che puntano, con i loro media al soldo, sul condannato ineleggibile Berlusconi trovano un loro perché.