Moneta. Creazione a debito e bolle speculative

Chi crea le moneta? E quanta massa di denaro creato a debito arriva all’Economia reale? Quali le soluzioni?

di Emanuele Oggioni – Analista finanziario

Parte Prima – (Parte Seconda) – (Parte Terza)

Tre brevi annotazioni di Emanuele Oggioni su moneta a debito, economia reale e consolidamento del debito e le possibili soluzioni in condizioni di sovranità monetaria limitata: la moneta complementare.

Chi crea la moneta

Parliamo di moneta. Prima domanda: sapete chi crea la quasi totalità del denaro in circolazione?

In realtà la maggioranza delle persone, risponde non so.

Lo usiamo tutti i giorni, non possiamo farne a meno, tutte le persone (o quasi) ne vorrebbero di più ma non ne sappiamo molto, anzi i media mainstream cercano di confonderci le idee.

La risposta vi sorprenderà, ed è in primis legata al tipo di strumento usato: 1) monete metalliche, 2) banconote cartacee e 3) moneta elettronica

  1. Lo Stato conia solo le monete metalliche che sono un misero 0,3% del valore totale del denaro in circolazione. Tra l’altro lo può ancora fare, anche dentro l’Unione Europea e sotto il controllo della BCE, quindi da questo punto di vista l’Italia ha ancora una (limitata) sovranità monetaria.
  2. Nel bilancio della Banca d’Italia, le banconote sono solo il 8% scarso del totale massa monetaria (tecnicamente M2) in Italia… e la situazione non è dissimile in Europa, USA, ecc.
  3. ...and the winners are… i veri creatori di denaro sono quindi… le banche private, con circa il 91% della quantità totale di moneta (M2) in circolazione, poiché esse stesse emettono moneta scritturale digitale (a debito, ossia a fronte di un interesse passivo) con un semplice click della tastiera di un computer.

Il denaro con un click, ma il conto corrente non è tuo

Alla Bocconi insegnano che le banche sono sostanzialmente solo degli intermediari che prestano i soldi in base al concetto di riserva frazionaria.

Invece l’evoluzione storica degli ultimi decenni, dei dati aggregati della massa monetaria dice ben altro, ossia che proprio le banche private creano il denaro con un click.

La normativa patrimoniale le ha favorite: a seconda dei regolamenti bancari, solo tra l’1% e il 2% del totale del denaro creato (ossia dei prestiti emessi) deve essere coperto da riserve patrimoniali, quindi il circolo di espansione della moneta a debito si auto alimenta e le banche private continuano a emettere moneta elettronica spesso fuori controllo, creando bolle speculative come vedremo in seguito.

Seconda domanda sul tipo di moneta più diffusa in circolazione, quella delle banche private: chi ha la proprietà dei soldi depositati su un conto corrente?

L’articolo 1834 del codice civile sancisce che se tu depositi del denaro in banca, quest’ultima ne acquisisce la proprietà e tu diventi un suo creditore! Da moneta realmente di tua proprietà, il tuo estratto conto si trasforma in una promessa di pagamento, peraltro senza una solida copertura, come abbiamo scritto sopra! Del resto gli stessi addetti ai lavori confermano che il fondo garanzia per i depositi sino a 100mila euro è del tutto incapiente se si presentasse il fallimento di una banca di grandi dimensioni.

Negli ultimi decenni, la massa di moneta è cresciuta in tutto il mondo in modo sproporzionato rispetto all’economia reale, al commercio, proprio perché le banche private stampano la quasi totalità del denaro. Lo Stato, la democrazia, ha perso il controllo del denaro! Da ciò si spiega perché il potere legislativo, esecutivo e della magistratura si sono indeboliti nel tempo.

Il denaro emesso dalle banche non arriva all’economia reale

Le vere cause della crisi finanziaria che ancora sta penalizzando l’occupazione in Italia è la restrizione del credito bancario privato: il denaro a debito emesso dalle banche (su cui si pagano interessi, a differenza di quello emesso dallo Stato) è arrivato in minima parte all’economia reale, confluendo massicciamente negli asset finanziari e ha creato bolle speculative anche nell’immobiliare ed in Borsa.

Ciò chiarisce anche il perché il Quantitative Easing della BCE non ha funzionato in termini di ripresa economica e occupazionale, poiché il denaro è confluito alla banche private e non direttamente agli Stati. Il calo dei rendimenti dei titoli di Stato e i conseguenti risparmi di oneri finanziari, quindi, non sono bastati a migliorare la ricchezza delle famiglie rilanciando occupazione e domanda interna.