Il piano Rinaldi sulla Von Der Leyen: Abbattere il Governo Conte

Le giravolte di Borghi e gli inciuci con il PPE: il piano Rinaldi-Giorgetti per abbattere il Governo Conte.

il piano rinaldi-giorgetti per abbattere il Governo

Elezione Von Der Leyen: Se si guarda oltre la cortina di fumo creata dalla Lega i fatti sono evidenti. L’obiettivo del piano Rinaldi-Giorgetti era l’abbattimento del Governo Conte.

Non c’è mai stata una “strategia della dissimulazione”. Il “piano Rinaldi” era chiaro dall’inizio. E alla fine la Lega si è adeguata.

Nonostante le giravolte di Borghi, i fatti sono chiari ed evidenti ed hanno un unico filo conduttore.

Quindi partiamo dai fatti e seguiamoli.

L’accordo del 2 luglio

La “minoranza di blocco” (vedi: Von Der Leyen presidente della Commissione Ue. La Lega gioca sporco) blocca i “pacchetti” Merkel-Macron.

Il primo vedeva Weber (PPE) alla presidenza della Commissione europea e il secondo Timmermans (PSE).

Erano i cosidetti “candidati di punta” dei gruppi parlamentari. Un metodo che ormai era consolidato, viene così mandato in soffitta dalla minoranza di blocco.

Viene così indicata Ursula Von Der Leyen del PPE.

Il portavoce di Orban la rivendica quale proposta del gruppo di Visegrád dopo aver “sconfitto Weber e abbattuto pure Timmermans”

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Alla conferenza stampa il Presidente Conte dice alcune cose fondamentali:

  • nel condurre le trattative si è tenuto in stretto contatto telefonico con Di Maio e Salvini
  • non si tratta del suo “dream team” ma della migliore soluzione possibile, anche stante il ruolo giocato dall’Italia
  • ha avuto assicurazione di un commissario economico con portafoglio importante e che il nome sarebbe stato indicato dalla Lega

L’intera posizione viene di fatto confermata da un tweet di Salvini della stessa sera che “Politico.eu” non manca di rilevare

Sempre nella serata del 2 luglio si apprendeva che i Verdi e buona parte del PSE non l’avrebbero votata e invitavano il Parlamento a non votarla

Il PPE non si da pace

Il Presidente del PPE faceva buon viso a cattivo gioco. Trattandosi di una esponente del PPE Non poteva dichiararsi apertamente insoddisfatto per la bocciatura di Weber, ma ci è andato molto vicino

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È contento del fatto che la presidenza della Commissione sia andata al PPE, ma “rimpiange profondamente che il processo dei candidati di punta e il candidato leader Weber non abbiano ottenuto il necessario supporto”.

Fino all’ultimo, infatti, il PPE ha continuato a insistere su Weber (politico.eu).

E poi la Von Der Leyen non entusiasma il gruppo del PPE e non è certo che trovi largo appoggio in Parlamento

Questi i dati di partenza.

È assai probabile che chiunque affermi che i Popolari cercassero sostegno per la Von Der Leyen non la racconti giusta

Le reazioni del 3 luglio

Con le stesse parole di Conte, Borghi provvedeva a rassicurare qualche elettore perplesso

Borghi non è ancora stato avvisato del "Piano Rinaldi" A Borghi non è noto il Piano Rinaldi

Identiche le parole dei parlamentari europei della Lega (Fanpage – 3 luglio):

Attenzione alle parole della Ceccardi:

La candidatura di Timmermans non l’abbiamo sostenuta. Ed è grazie all’Italia se non è stato eletto Timmermans

Questo dà il chiaro senso del fatto che la Lega è stata partecipe delle varie fasi della trattativa. Tanto da chiedere a Conte di non sostenere Timmermans.

Anche la Donato ribadisce che la soluzione è migliore delle precedenti e se c’è il Commissario alla concorrenza è ottimo.

E poi Zanni:

Non un risultato fallimentare, anche perché è stato dimostrato come l’Italia può contare e come non si possa prendere una scelta in Europa escludendo quello che è il terzo Paese dell’eurozona.

Quindi nessun dubbio sul fatto che l’Italia abbia giocato un ruolo importante e che Conte sia stato un buon negoziatore.

In quel video c’è una sola voce dissonante: Rinaldi

Infatti noi non la votiamo, eh eh

Prego di notare la faccia tirata e le labbra assottigliate. Lui ha già deciso: farà di tutto per fare si che tutti i “noi” la pensino come lui.

Il “piano Rinaldi” era già formato, ma gli altri non lo sapevano.

16 luglio

Durante la mattinata vari interventi di apertura da parte di vari leghisti

Ceccardi

Zanni

Notare che Zanni dice che hanno una interlocuzione col PPE che avrebbe chiesto di votare la Von Der Leyen in cambio della garanzia di un Commissario.

La storia non regge!

E non regge per due ragioni fondamentali

  1. il PPE continuava a insistere su Weber. Non riusciva a digerire che il criterio del “candidato di punta” venisse archiviato. Quindi se un aiuto avesse chiesto il PPE sarebbe stato nel senso di abbattere la Von Der Leyen;
  2. perché chiedere l’aiuto del PPE per ottenere esattamente quanto era stato già concordato come Governo italiano: un Commissario?

Il “Piano Rinaldi” in azione: La votazione e “la strategia”

La Lega vota contro, i franchi tiratori nelle fila del PPE si contano a decine. Complessivamente contro la Von Der Leyen si sono scagliati circa 100 franchi tiratori.

Immediatamente parte la gran cassa della Lega: Il Movimento 5 Stelle ha sbagliato e non doveva votarla.

Ma come?

Conte aveva chiuso un accordo dopo che sia Lega sia Movimento 5 Stelle avevano dato il via libera e poi l’accordo non viene rispettato da quelle stesse forze che lo avevano sostenuto?

Quei partiti che avevano posto il veto su Weber e Timmermans? La Lega non poteva pensarci in fase di trattativa a porre il veto sulla Von Der Leyen?.

È ovvio che l’eventuale mancata elezione della Von Der Leyen avrebbe costituito la delegittimazione di Conte a livello internazionale.

Ecco che scatta di nuovo Borghi, il campione mondiale di arrampicate sugli specchi.

A chi gli faceva notare il tweet di Salvini, rispondeva che Salvini non ha scritto che la Lega l’avrebbe votata.

Evidentemente anche “Politico.eu” è un “Lemming”.

Inoltre è possibile che Salvini scriva “L’Italia sarà finalmente protagonista”, con la citazione della Von Der Leyen, intendendo dire “però non la voteremo”? O neanche a lui era stato ancora comunicato il piano Rinaldi?

Sempre in tema di arrampicate sugli specchi ecco emergere una “strategia della dissimulazione”

Quindi, al 17 luglio c’erano chat da dieci giorni. Partite, presumibilmente, il 7 luglio in cui si dice che c’era una sola strategia fin dall’inizio? Dal 3 luglio?

Ricapitolando, qualcuno in Lega aveva questo piano dal 3 luglio, ha convinto gli altri e dal 7 luglio viene attuata la “strategia della dissimulazione”?

Non regge neppure questo.

Il 3 luglio Rinaldi aveva detto chiaro e tondo “noi non la voteremo, eh eh”. Quindi non c’era niente di dissimulato.

Il “piano Rinaldi” è diventato il “Piano della Lega”.

Non si inventino strategie mai esistite. È stato fatto esattamente ciò che Rinaldi ha imposto.

Sintetizziamo ancora la questione

Ancora il 17 luglio, dopo la votazione, Conte confermava che fino a ridosso della votazione aveva avuto rassicurazioni circa il Commissario alla concorrenza, presenze nel board della BCE ed altro.

Perché mai la Lega ha ritenuto di dover trattare con la Von Der Leyen per ottenere quanto aveva già ottenuto come Governo italiano?

E per il tramite del PPE, nientedimeno?

Quel PPE che non ha mai accettato la Von Der Leyen e che cercava alleati perché non la votassero.

Nessuno trova illogico tutto questo?

Il “Piano Rinaldi”: l’obiettivo

Come abbiamo visto, la Lega aveva discorsi aperti con il PPE per ottenere esattamente ciò che già aveva in tasca, garantito dal Governo italiano di cui fa parte.

Viene raccontato che il PPE avesse chiesto il supporto della Lega alla Von Der Leyen in cambio di un Commissario.

Abbiamo anche visto che non regge. Il PPE non voleva supportare la Von Der Leyen e per quanto riguarda il Commissario, era già negli accordi con il Governo italiano.

Il PPE, semmai, poteva chiedere alla Lega di NON votare la Von Der Leyen.

In tal modo si sarebbe dovuto riunire di nuovo il Consiglio Europeo per proporre un altro pacchetto.

Ma stavolta senza Conte, perché a fronte di una delegittimazione internazionale di tale portata, avrebbe probabilmente anche dovuto rassegnare le dimissioni.

E, comunque, nessuno avrebbe più prestato credito agli impegni che avrebbe assunto.

Niente “minoranza di blocco”, ci sarebbe stata la proposta del primo “pacchetto”, quello con Weber che sarebbe poi stato votato in Parlamento con la maggioranza precostituita da Merkel e Macron.

La Lega avrebbe avuto comunque il suo Commissario e si sarebbe tolta dai piedi Conte, che tanto fastidio da a Giorgetti.

Di nuovo Borghi

Borghi lo dice chiaramente “Semplicemente appariva chiaro (anche dal pressing che ci facevano) che questa maggioranza non c’era”.

il vero piano Rinaldi: far mancare la maggioranza

Ma chi faceva pressing? E in che senso? In ogni caso, evidentemente la maggioranza c’è stata. Quella maggioranza che hanno cercato di far mancare pugnalando alle spalle il Presidente Conte.

Già, perché dopo aver sollevato dubbi su Weber e posto il veto su Timmermans è stato dato il via libera per la Von Der Leyen. Su quella base Conte ha chiuso l’accordo che si presume essere pure un impegno al sostegno parlamentare.

Il livello minimo di correttezza fra uomini avrebbe imposto, quanto meno, di comunicargli il cambio di idea, anziché far arrivare il tradimento improvviso.

Ma l’obiettivo era proprio quello.

18-19 Luglio

Forti venti di crisi. Salvini accusa il Movimento 5 Stelle di aver tradito (sic), mentre il Movimento 5 Stelle ribalta le accuse.

Giorgetti sale al Quirinale … Un momento. Perché Giorgetti va al Quirinale? In che veste? Da Sottosegretario o da “Vero Capo” della Lega?

Strano che nessuno abbia trovato inusuale questa “visita”. Ufficialmente sarebbe andato da Mattarella per comunicargli che non intende essere Commissario europeo.

Ma anche la motivazione lascia perplessi.

A stabilire il nome del Commissario dovrà essere Salvini. Di Maio, al massimo, potrà chiedere che sia una persona gradita al Movimento 5 Stelle.

Poi, la formalizzazione della proposta alla Von Der Leyen dovrà farla Conte.

Quindi che c’entra Mattarella? Nel comportamento della Lega non c’è nulla che pare avere senso.

Ovviamente finché, invece, non inseriamo il motivo vero: staccare la spina al Governo Conte.

Ed erano tutti pronti, con la bottiglia in mano.

A Rinaldi, addirittura, nell’entusiasmo della riuscita del suo piano scappa il dito in anticipo

Entusiasta della riuscita del piano rinaldi brinda in anticipo

Poi, in serata, Salvini frena: non ci sarà nessuna crisi.

Scenari Economici non si da pace

Che Giorgetti voglia la crisi sin dall’8 marzo 2018 è cosa risaputa.

Ma a scorrere le pagine di Scenari Economici da alcune settimane a questa parte si trovano costanti interventi che incitano Salvini a rompere il patto di Governo.

Sono sopratutto Palma, Becchi e da Landriano a martellare costantemente.

Conte ha tradito e il M5S ha pronta la maggioranza col PD

Fino al 21 luglio non trovavano pace. Qui un articolo di da Landriano:

FINO A QUANDO SALVINI TOLLERERA’ UN M5S CHE FA L’AMANTE DEL PD? Necessità di elezioni e chiarimenti.

Vengono riportati alcuni tweet di Gustinicchi con commenti da “molla il fiasco”

Rendiamoci conto che quindi Conte, che appare come il PdC NON di una coalizione, ma SOLO del Movimento e del Quirinale, ha preso impegni con la Von Der Leyen SENZA considerare nè il suo passato nè le sue idee, più volte espresse. Insomma ha ceduto l’Italia per partito preso, e con il pieno appoggio del M5S.

Cosa avrebbe fatto Conte? Ma Salvini aveva dato il via libera senza chiedere il permesso preventivo a Scenari Economici e a Rinaldi?

Oppure

Chiunque capirebbe, come ha fatto il conduttore di Omnibus, che a questo punto c’è una seconda maggioranza, che quella del maggio 2018 è defunta. Il Movimento ed il Quirinale, (cioè un Conte che ne è manovrato) hanno scelto di cambiare cavallo ed i buttarsi a corpo morto con il PD (pe carità , cosa che Mattarella avrebbe fatto subito).

Non si sono accorti che le prove generali col PD le fanno nelle votazioni in Aula? Qualche esempio? TAV, finanziamenti a Radio Radicale, Salario Minimo, critiche al Reddito di Cittadinanza, attenuazione dello spazzacorrotti … Continuo?

Ma hanno dimenticato che a parlare con Lotti sono Giorgetti e Francesca Verdini? E che l’argomento di discussione è far cadere il Governo solo quando il PD è pronto?

“Eh lo so ho visto Giorgetti prima, poi Francesca Verdini mi ha detto che poi ti racconterò… loro se non fanno il 35… loro vanno avanti Luca. Che è un bene anche per noi.. che non saremmo mai pronti ora”.

Comunque stiano tranquilli. PD e Berlusconi non glieli tocca nessuno

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I media ogni giorno provano ad accostarci alle altre forze politiche. Ormai è diventato l’hobby di molti commentatori e…

Pubblicato da Luigi Di Maio su Lunedì 22 luglio 2019

Ma Scenari Economici ha tutta questa forza?

Forse qualcuno dimentica che era la “casa” dell’ex Ministro Paolo Savona e che Rinaldi era un suo “discepolo”.

E spesso ci si dimentica anche come l’attuale Ministro Tria sia diventato Ministro.

Ripercorriamo quei momenti in “punti elenco”.

La formazione del Governo

  • Paolo Savona venne indicato per il Ministero dell’Economia e Finanze
  • Mattarella pose il veto e Conte rinunciò all’incarico
  • Mattarella chiama Cottarelli
  • Nel frattempo lo spread schizza alle stelle e Cottarelli non trova una maggioranza
  • La figuraccia di Mattarella è galattica e richiama Conte
  • Savona viene indicato Ministro per gli Affari Europei
  • Tria, su indicazione di Savona, diventa il Ministro dell’Economia e Finanze.

Chiunque sostenga che Tria sia “di Mattarella”, mente sapendo di mentire.

Peraltro, basti tenere conto che Tria concorda gli atti con le delegazioni della Lega: «Lettera di Tria all’Europa: la bozza era vera. Concordata con chi?»

E poi c’è Antonio Maria Rinaldi.

L’esperimento di Vale Mameli

Ieri Vale Mameli ha fatto un esperimento: ha messo su twitter la biografia di Rinaldi, ma attribuendola a Conte

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Dopo poche ore ha “svelato il trucco”

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Dalle reazioni ai tweet falsi, però, la domanda che si è posta è fondatissima

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La famiglia Rinaldi

Vediamo qualche dato familiare:

Il padre è l’ex banchiere Rodolfo Rinaldi, rappresentante in Europa della Chase Manhattan Bank di David Rockefeller, e poi grazie alla sua vicinanza a Giulio Andreotti presidente del Banco di Santo Spirito e vicepresidente della Bnl.

Rockefeller doveva pure essere probabilmente amico di famiglia. In questa foto è con la nobildonna Isabella Rossini Rinaldi (discendente del grande musicista Gioacchino)

Qui, invece, i coniugi Rinaldi (probabilmente a teatro) con i coniugi Andreotti

Il fratello è in carriera finanziaria anche lui

Ma è anche vice presidente esecutivo della Lega Italiana Vela, nonché dirigente della “Vela d’altura” del circolo Aniene, quello di Malagò, l’amico di Giorgetti.

Antonio Maria Rinaldi

Anche Antonio Rinaldi ha cominciato la carriera nel mondo della finanza.

Ha ricoperto alcuni incarichi nelle banche fino a diventare negli anni Ottanta direttore generale della Sofid, la finanziaria dell’Eni.

Nel 1994 viene designato membro del Consiglio ENAV dal Ministero dei Trasporti.

Esattamente, quale Ministro del 1994? Raffaele Costa (Partito Liberale) del Governo Ciampi? O forse il piduista Publio Fiori, andreottiano e poi Alleanza Nazionale col 1^ Governo Berlusconi?

Si è poi dato all’insegnamento.

Ha insegnato a contratto in alcune università.

Fra i contratti dal 2012 al 2018 la Link Campus University di Vincenzo Scotti.

Link Campus

È una università particolare. Apprezzata a livello internazionale per la formazione di personale della sicurezza. Non solo privata, ma anche Servizi segreti.

È, quindi, una sorta di mare in cui nuotano “pesci” di vario genere. Si possono trovare le sardine o lo squalo o perfino lo splendido pesce pagliaccio.

Dalla Link provengono ad esempio, oltre a Rinaldi anche Angelo Tofalo.

Ultimamente è agli onori della cronaca (USA, però) per il suo coinvolgimento nello “Spygate” ad opera di un misterioso “professor Mifsud”.

Dalla link proviene anche la Ministro Trenta.

Il “giro” è quello di Giorgetti: Burke e Bannon. E Arata e Siri?

Su twitter ci sono alcuni profili “multi-account” di analisi politica. Diverse persone vi scrivono e i profili risultano nel loro complesso estremamente equilibrati.

Fra questi, certamente, Geopolitical Center e Italian Politics (ciascuno nel suo ambito).

Qualche mese fa Italian Politics ha lancia questo tweet

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Per inciso, l’articolo citato “Il Papa è eretico” su Scenari Economici è di Guido da Landriano.

Ma non era la prima volta di Rinaldi (e di una parte di Scenari Economici).

Qui a marzo 2018. Rilancia un articolo che porta in evidenza lo scontro fra Bannon e Trump, e il suo idolo resta Bannon

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Qui a settembre 2018

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E ancora a dicembre 2018

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Il Cardinale Raymond Burke, quindi? Quello cui telefonava Arata per raccomandare il figlio Federico e Armando Siri a Giorgetti?

E Bannon? Federico Arata, effettivamente poi assunto da Giorgetti a Palazzo Chigi, dopo aver fatto incontrare Bannon e Salvini, portava Bannon a casa di papà.

Contro quell’ambiente ultra reazionario, dagli USA si avvicinano venti di tempesta.

Qualcuno ha paura.

Ecco perché “piano Rinaldi”

Antonio Rinaldi non è “uno qualunque” come vuole fare apparire.

La storia familiare e personale lo pone a un livello di rapporti ben superiore a molti leghisti. Sicuramente superiore a Salvini.

Si pone quasi al livello di Giancarlo Giorgetti.

Siccome condivide con Giorgetti l’obiettivo di abbattere il Governo Conte, aveva la piena facoltà di imporre il suo “piano Rinaldi”, dichiarato fin dal primo istante.

E di imporlo costringendo il povero Borghi a inventarsi improbabili “strategie”.

E inducendo a porcate quella bravissima persona che risponde al nome di Marco Zanni, che ho conosciuto in un paio di “Italia 5 Stelle”.

Il Piano Rinaldi è stato un boomerang

Il “piano Rinaldi” non è riuscito.

La Von Der Leyen è stata eletta, il Governo italiano non è caduto e la Lega è rimasta in mutande.

Non ha tradito solo il Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte.

Ha tradito i suoi alleati internazionali, il Gruppo di Visegrád, che pare non abbia gradito per niente.

Voleva delegittimare Conte, e invece ha delegittimato la Lega.

Ma nessuno osa sollevare la questione.

E Borghi continua ad arrampicarsi sugli specchi, limitandosi a scrivere di “pressing” da cui si era capito che non c’era una maggioranza.

Evidentemente, chi aveva fatto il “pressing” aveva sbagliato il “polso dell’Aula”.

O, forse, quel “polso dell’aula” era solo nei suoi desideri.